Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}

Villa di Don Verzé in Sardegna verrà abbattuta, è abusiva

Una vecchia stalla trasformata in una residenza da 3 milioni di euro, edificata senza i permessi necessari, con una piscina altrettanto abusiva e imponenti cubature issate a dispetto delle autorizzazioni previste. La Casa Rossa, la villa di don Luigi Verzé in Sardegna, situata in un angolo di paradiso della Gallura, a due passi da Olbia, rischia ora di essere abbattuta, dopo che lo scorso dicembre il Comune di Olbia ha avviato un procedimento contestando un abuso edilizio “a seguito del quale dopo un accertamento in loco, è stata emessa un’ordinanza di demolizione della Casa Rossa“. Anche da morto, il nome del discusso sacerdote scomparso pochi mesi fa continua ad essere associato a scandali e polemiche.

Sardegna, fallisce società di ricerca sul Dna dei centenari

La crisi economica non perdona nessuno, nemmeno il Dna dei centenari sardi: la Shardna, società di ricerca nata nel 2001 per studiare il segreto della longevità della popolazione locale, è stata infatti messa in liquidazione. Due giorni fa sono state recapitate dal liquidatore le lettere di licenziamento ai dipendenti, in tutto dieci persone tra biologi molecolari, genealogisti informatici e amministrativi, ma oltre al dramma del lavoro perduto, rischia di dissiparsi un progetto andato avanti per oltre un decennio, in cui sono stati raccolti dati biologici dei volontari di dieci paesi della Sardegna orientale. Un patrimonio dal valore inestimabile, che rischia di essere svenduto al miglior offerente per ripianare i debiti.

C’è da dire che la Shardna non ha mai navigato in buone acque: nata nel 2001 in collaborazione con l’Istituto di Genetica delle Popolazioni del CNR, nel 2009 è stata ceduta alla Fondazione San Raffaele, rimanendo suo malgrado coinvolta nel crac finanziario dell’istituto ospedaliero, un buco di oltre un miliardo di euro. E non bisogna nemmeno dimenticare le polemiche politiche legate al conflitto d’interesse di Renato Soru, che volle fortemente la società,  tanto che a seguito della sua nomina a governatore della regione nel 2006 la Shardna fu messa in vendita per placare le polemiche.