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La Costa Smeralda acquistata da un emiro del Qatar

La Costa Smeralda acquistata da un emiro del Qatar

La splendida Costa Smeralda, caratterizzata da uno dei scorci di mare più belli al mondo e da un grande giro di affari legati principalmente al turismo, cambia padrone. A puntare sulla meravigliosa costa della Sardegna è l’emiro del Qatar, Hamad bin Kalifa al-Thani, uno degli uomini più ricchi al mondo, attraverso il fondo sovrano Qatar Holding. L’emiro è anche primo ministro e ministro degli Esteri dell’emirato, mentre il fondo è stato creato nel 2006 come braccio operativo della Qatar Investment Authority, che gestisce le immense ricchezze del Paese dovute principalmente al petrolio e al gas naturale.

Lunedì scorso è stato definitivamente ufficializzato l’accordo definitivo per l’acquisto di Smeralda Holding, proprietaria di alcuni lussuosissimi alberghi della zona nord-ovest della Serdegna, da Colony Capital, la società immobiliare americana guidata da Tom Barrack. Il 14 marzo del 1962 il principe ismaelita Karim Aga Khan ed altri soci fondatori trasformarono i pascoli e le rocce di Monti di Mola, in quello che sarebbe diventato il paradiso della Costa Smeralda, caratterizzato da mare stupendo, alberghi lussuosi e vip provenienti da tutte le parti del globo terrestre.  Nel 1994 la Costa Smeralda è stata poi annessa alla catena alberghiera Sheraton, poi assorbita da Starwood, che, pur conservandone la gestione, nel 2003 l’ha venduta al miliardario americano di origine libanese Tom Barrack, trasferendola ora all’emiro.

Il fondo sovrano del Qatar già possedeva il 14,3% del capitale e ora avrebbe una quota ben oltre il 51% di Smeralda Holding, un “pacchetto” che comprende ben quattro hotel a 5 stelle (Cala di Volpe, Pitrizza, Romazzino e Cervo Hotel), la Marina con 700 posti barca, il Cantiere di Porto Cervo e il Pevero Golf Club, annoverato tra i 100 più importanti campi da golf al mondo, senza contare i 2.400 ettari sul mare intorno ad Arzachena. L’obiettivo sarebbe la realizzazione di un piano di rilancio che includerebbe una ricapitalizzazione volta ad abbattere i debiti del gruppo, che si aggirano intorno ai 200 milioni di euro.

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