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Riti voodoo per costringere donne a prostituirsi: maxi arresto

Riti voodoo per costringere donne a prostituirsi: maxi arresto

La squadra mobile di Frosinone ha messo nel sacco una vera e propria organizzazione criminale internazionale. Otto sono le ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Polizia di Stato nei confronti di quattro cittadini nigeriani ed altrettante connazionali, residenti e domiciliati in diverse province del Paese tra cui Viterbo, Caserta, Frosinone, Palermo e Parma. Le persone arrestate sono accusate di tratta di donne, riduzione in schiavitù, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione, anche minorile.

Per tenere le donne in schiavitù e costringerle a prostituirsi, usavano anche praticare dei riti vodoo. Le donne, che venivano reclutate per essere avviate al mercato del sesso, per restituire i 30 mila euro pattuiti per guadagnarsi l’ingresso in Italia, venivano costrette a prostituirsi non in strada, bensì all’interno di case chiuse. Le “Connection Houses”, utilizzate come case dell’amore, erano state riservate esclusivamente ad una clientela di colore che, sebbene garantiva minori guadagni, offriva però una maggiore garanzia di omertà.

Le indagini della Squadra Mobile, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo che ha raccolto denunce analoghe presentate anche in altri paesi europei, hanno consentito di mettere in evidenza il ruolo determinante delle donne dell’organizzazione sulle vittime, costrette, anche mediante il ricorso a riti Voodoo, a sottostare ad ogni richiesta e assoggettate ad una prigionia praticamente totale sotto la sorveglianza degli uomini.

Le vittime, tra cui anche una ragazza di 15 anni,  sono state individuate ed ascoltate dai poliziotti della Squadra Mobile di Frosinone. A questi hanno confermato di essere state costrette con la forza ed il suggello dei riti Voodoo a raggiungere l’Italia dove sono poi state costrette a prostituirsi, costrette dall’organizzazione.

Le ragazze hanno raccontato di essere state minacciate con promesse di morte, nonché malmenate con un filo elettrico come frusta e hanno mostrato delle cicatrici di morsi che hanno ricevuto come punizioni. Le cinque ragazze sono state ora affidate a delle strutture specializzate per la protezione ed il loro recupero psicologico.

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