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Quirinale taciturno, Napolitano aspetta Berlusconi

Quirinale taciturno, Napolitano aspetta Berlusconi

Vigile attenzione”, questo la descrizione dell’attività del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fatta dai suoi collaboratori. La crisi politica dovuta al risultato delle votazioni di ieri che ha visto la maggioranza battuta ha provocato un’orgia di dichiarazioni diverse, ma Napolitano reagisce con cautela ed aspetta di essere contattato da Berlusconi.

Le opposizioni tuonano: “si dimetta”, la maggioranza risponde: “solo uno scivolone dovuto alla sfortuna“. Napolitano attende. Non convoca ancora le parti sociali il Presidente della Repubblica, il quale in conformità con la sua funzione decide di attendere che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi gli dichiari la crisi. Per il momento si attende il risultato del voto di fiducia.

Ad informare della crisi Napolitano è stato Gianfranco Fini, il quale l’ha aggiornato sul risultato della seduta di ieri in cui la maggioranza è stata battuta sull’approvazione dell’articolo 1 del rendiconto dello Stato. Durante il colloqui Fini ha anche reso noto al Presidente della Repubblica l’esito della conferenza dei capigruppo svoltasi poco prima del loro incontro.

L’atteggiamento prudente del Presidente è motivato dalla delicatezza dell’attuale situazione politica, nonché economica del paese. Per prima cosa occorre infatti che si pronunci la Giunta per il regolamento della Camera convocata da Fini. Poi una riunione coi capigruppo. Poi il voto di fiducia previsto a breve per confermare o negare la crisi.

Non è Sfuggito a Napolitano il significato politico di un voto contro un provvedimento firmato dal ministro Tremonti, a cui egli stesso non ha dato la sua approvazione. Ancora appelli al rigore ed alla sobrietà nei comportamenti pubblici, ma più di tutto coesione. Ancora una volta Napolitano insiste sulla linea della saggezza, per invitare le parti politiche ad una risoluzione di questa crisi in maniera equilibrata e preoccupata per il benessere del paese. Resta da sperare quindi che i partiti non rovinino queste sue belle proposizioni con l’opportunismo politico e l’indifferenza.

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