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Dall’UE 100 miliardi per la Spagna, e la Borsa vola

Con il prestito da 100 miliardi di euro che l’Unione Europea ha messo a disposizione delle banche, anche la Spagna è entrata ufficialmente nel novero dei Paesi ad alto rischio. Il Primo Ministro spagnolo Mariano Rajoy ci tiene tuttavia a sottolineare le differenze con la Grecia: l’Europa infatti ha concesso “una linea di credito per le banche spagnole”, ma “questo aiuto non avrà conseguenze sul deficit” e “non vi sono condizioni” imposte alla Spagna per ottenerlo.
Non si tratta dunque di un operazione di salvataggio, per il premier spagnolo, che ha sottolineato il fatto che senza le riforme avviate dal suo governo, la Spagna non avrebbe ricevuto aiuti e ha negato vi siano state pressioni da parte dell’Unione Europea affinché il prestito fosse accettato. Il governo aveva infatti cercato fino all’ultimo momento di evitare il ricorso agli aiuti europei, sostenendo di essere in grado di fronteggiare la crisi con i propri mezzi, ma negli ultimi giorni la situazione è precipitata, soprattutto in seguito alla declassazione da parte di Moody’s di ben 16 banche spagnole avvenuta a maggio. La Spagna, che detiene attualmente rating A3 con outlook negativo, accettando gli aiuti si è esposta al rischio di nuovi downgrade: ”Il problema bancario spagnolo – ha precisato Moody’s – è in gran parte specifico al Paese e quindi non dovrebbe rappresentare una fonte di contagio per gli altri Paesi dell’eurozona ad esclusione dell’Italia che è altrettanto sempre più dipendente dalla Bce per il finanziamento delle sue banche”.

UE: la Grecia deve restare. Asse Monti-Hollande

L’Unione Europea vuole che la Grecia resti nell’Eurozona, a patto che rispetti gli impegni presi. Questo il messaggio lanciato dal vertice UE tenutosi ieri a Bruxelles rivolto ai cittadini greci, in procinto di esprimere la propria volontà tramite le elezioni del 17 giugno.
“Siamo del tutto consapevoli degli sforzi significativi già compiuti dai cittadini greci”, ha dichiarato il Presidente UE Van Rompuy, sottolinenado però che “l’Eurozona ha mostrato una solidarietà considerevole, avendo già erogato insieme al Fondo monetario internazionale circa 150 miliardi di euro a sostegno della Grecia dal 2010”.
I Capi di Stato europei hanno confermato l’intenzione di impegnare i fondi strutturali e altri strumenti per riportare la Grecia sulla strada del risanamento e della crescita.
Alla cena informale, durata circa sei ore, sono stati effettivamente discussi i punti che saranno all’ordine del giorno al summit europeo previsto per fine giugno. La proposta più interessante riguarda gli Eurobond, che consentirebbero ai Paesi dall’economia più traballante di finanziare il proprio debito per liberare capitali da utilizzare in chiave anticiclica. Il neopresidente francese Hollande, spinge molto in questa direzione, non ritenendo accettabile che nella stessa zona monetaria alcuni titoli di Stato si vendano al 6% d’interessi mentre altri a tasso zero. Puntare sulla crescita, dunque, e non solo sul rigore, come preme invece alla Cancelliera tedesca Angela Merkel, timorosa che venga intaccata la stabilità economica della Germania.