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Processo Scazzi, Ivano: “Ero come un padre per Sarah”

Processo Scazzi, Ivano: “Ero come un padre per Sarah”

Ivano Russo, nel corso del processo in corso per l’efferato omicidio della sedicenne Sarah Scazzi, dinanzi ai giudici del Tribunale di Taranto, ha dichiarato: “Con Sarah avevo un buon rapporto. La mia impressione è che sentisse la lontananza di padre e fratello, che erano lontano per lavoro, e mi vedesse forse come figura paterna. Spesso voleva essere abbracciata, e la abbracciavo. Una delle ultime volte che mi strinse mi disse ‘Ti voglio bene’ e io le rispose che le volevo bene”. 

Parlando poi del suo rapporto con Sabrina Misseri, imputata per l’omicidio della cugina Sarah, Ivano ha raccontato: “Ho conosciuto Sabrina e Sarah nel dicembre 2009. Con Sabrina inizialmente ho instaurato un rapporto di amicizia, Sarah era più piccola e con lei ci voleva particolare attenzione perché la nostra comitiva era di adulti. Si instaurò mano a mano un rapporto confidenziale. Ad un certo punto però vidi da parte sua atteggiamenti ambigui, complimenti che andavano oltre. Le ho chiesto se per lei era ancora amicizia o qualcos’altro, e lei mi disse che era amicizia. Ma pochi giorni prima che Sarah morisse ho deciso di troncare il rapporto perché non mi convinceva, e mi sono allontanato anche per non farla soffrire”. 

Il 21 giugno del 2010 tra Ivano e Sabrina ci fu un rapporto sessuale non completo, episodio citato dal PM Mariano Buccoliero, leggendo il contenuto di un sms di Sabrina a Ivano del 22 giugno 2010. “Siamo passati dallo sfotterci a parole all’atto pratico. Una sera ci siamo appartati, lei si è spogliata, c’è stato contatto fisico ma non rapporto sessuale. Cè stata penetrazione, ma non rapporto completo. Io mi bloccai perché volevo che restasse solo amicizia, e lei si rivestì”.

“Nessuno mi ha mai riferito che Sarah si era invaghita di me. Sabrina con me non si è mai lamentata della presenza di Sarah e non ha mai litigato con me per causa di Sarah. Non ho mai percepito gelosia di Sabrina nei confronti di Sarah. Sabrina manifestò invece preoccupazione per il padre dopo il ritrovamento del cellulare di Sarah”  ha riferito invece Ivano rispondendo alle domande dell’avvocato difensore di Sabrina, Franco Coppi. Tuttavia, sebbene Ivano abbia riferito che lo stress di Sabrina fosse dettato dal lavoro e non dalla presenza di Sarah (come riferitogli dalla stessa giovane), un SMS inviato il 26 aprile 2010 dalla stessa Sabrina ad Ivano, non conferma la dichiarazione del giovane al processo.

La Procura ha poi confermato l’esistenza di una foto scattata a Sarah dal cellulare di Ivano, circostanza della quale non sembrava a conoscenza e in ordine alla quale ha dichiarato: “Sarah ha in mano il mio cellulare, mi sembra nello studio di Sabrina. Qualche volta davo il mio cellulare a Sarah. Mi pare sia un autoscatto”. Il pm Buccoliero ha invece contestato a Ivano che, secondo il consulente, la foto è stata scattata con il cellulare del giovane, e quindi Sarah avrebbe in mano un altro telefonino.

 

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