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Il Giappone pronto all’addio al nucleare

Il Giappone pronto all’addio al nucleare

Il nucleare è sempre più sgradito ai giapponesi: un sondaggio commissionato dal Governo del Giappone, condotto su un campione di circa 90mila persone, ha evidenziato che ben il 46,7% vorrebbe concludere l’esperienza nucleare entro il 2030, pur essendo a conoscenza delle conseguenze sul caro-bolletta e la relativa stretta dei consumi.
Un altro sondaggio, portato a termine a luglio, ma i cui dati sono stati diffusi solo ora, rileva che il 30% delle 109 maggiori aziende del Paese ritengono si possa rinunciare all’energia nucleare in favore di tecnologie più ecologiche e meno pericolose.
Sollecitato dalle pressioni dell’opinione pubblica, il Governo giapponese ha organizzato per domani una riunione per valutare la direzione da imprimere alla politica energetica del Paese, inclusa l’eventualità di azzerare completamente la dipendenza dal nucleare.

 
Secondo il ministro dell’Ambiente, Goshi Hosono, per raggiungere questo obiettivo entro il 2030, il Giappone dovrebbe aumentare di 6 volte la capacità di generazione elettrica da quattro categorie di fonti rinnovabili. Combinando l’impiego di energia geotermica su base regionale, che dovrebbe passare da da 530.000 kw a 3,88 milioni di kw, di inceneritori con generatori a biomassa, da 2,4 a 6 milioni di kw, aumentando la capacità elettrica dell’eolico dai 30.000 kilowatt dell’anno fiscale 2010 a 8,03 milioni kw, e infine investendo nelle ultime tecnologie che permettono di ricavare energia dal movimento di onde e maree con l’obiettivo di raggiungere una produzione di 1,5 milioni di kw, si potrebbe ottenere la completa indipendenza dal nucleare.
Un ruolo fondamentale nell’ambizioso proposito lo giocherà la ricerca tecnologica, che dovrà essere in grado di completare i relativi progetti, attualmente in fase di studio, entro il 2020.
La riunione di domani avrà lo scopo di studiare la fattibilità di questa opzione e non ci si attendono decisioni vincolanti, tuttavia l’argomento è di estrema importanza e tutti ne attendono l’esito, poiché il nucleare sarà uno dei temi caldi della prossima campagna elettorale.

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