La scuola dovrebbe essere un punto di riferimento, un luogo in cui apprendere conoscenza e sentirsi protetti dagli educatori. Non sempre, però, ciò avviene. Il caso che vi raccontiamo è un esempio lampante. A Karnal, in India, un bambino di soli sei anni è morto dopo essere stato chiuso in una stanza al buio dalla sua maestra, che in questo modo intendeva punirlo per non aver completato il suo compito. L’alunno è rimasto nel bagno per diverse ore ed è deceduto per lo choc, dopo 55 giorni di pene. Il ragazzo è caduto in uno stato di shock presumibilmente a causa dell’atteggiamento disumano e insensibile della maestra, prima di ammalarsi. Il piccolo è morto il 19 febbraio.
I genitori del ragazzo, Jaiver Singh e Reena, ritengono che le autorità scolastiche siano le uniche responsabili della morte del figlio, sostenendo che dopo aver rinchiuso Pankaj in bagno, l’insegnante avrebbe dimenticato di aprire la porta. Solo dopo quando le lezioni terminarono, Sagar e suo fratello maggiore si accorsero che il piccolo mancava dallo scuolabus, sul quale l’alunno non era mai arrivato. Tuttavia, il dirigente scolastico, Rana Bablu, ha dichiarato che il bambino probabilmente era già malato in precedenza e che la sua morte sia riconducibile a qualche patologia specifica: posizione rifiutata dai parenti dello studente, i quali hanno assicurato che la giovane vittima godeva di ottima salute.
L’incidente si è svolto il 27 dicembre scorso: il bambino era in ottime condizioni, secondo la tac e la risonanza magnetica che gli erano state fatte a gennaio. I medici hanno detto di escludere segni riconducibili a un trauma. Pankaj è stato portato all’ospedale di Arpana la sera del 6 febbraio, in stato di incoscienza per poi essere dimesso il 12. Al giovane paziente sarebbe stato diagnosticata una panencefalite sclerosante subacuta, un disturbo cerebrale legato ad infezione da morbillo.
