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Eurostar perde una porta a 250km/h, sfiorata la tragedia

Eurostar perde una porta a 250km/h, sfiorata la tragedia

Sfiorata la tragedia all’interno di un treno. Un Frecciargento ha, infatti, perso una porta mentre stava sfrecciando a circa 250 km/h sulla direttissima dell’alta velocità al chilometro numero 144 in prossimità di Chiusi, in provincia di Siena. L’Eurostar era partito intorno alle 18:40 da Roma lunedì con arrivo previsto a Brescia intorno alle 21:55.  Tuttavia, la sua corsa si è fermata nel tunnel della Casella intorno alle 19.50, quando il macchinista ha lanciato l’allarme agli uffici della Polfer di Arezzo.

Il treno viaggiava a 250 km/h quando nella galleria si è sentito un terribile frastuono. Una porta dell’ottava carrozza si è sganciata e si è schiantata sulla fiancata della carrozza di coda, volando poi sui binari. Per un paio d’ore il treno è rimasto bloccato per un paio d’ore per i necessari accertamenti degli agenti di polizia e dei tecnici delle Ferrovie dello Stato, prima di riprendere il suo viaggio solo dopo aver constatato l’assenza di feriti. Il treno è giunto ad Arezzo dove i passeggeri sono stati poi trasferiti su un altro treno.

È un incidente che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno che Trenitalia deve ancora lavorare molto sulla sicurezza (magari risparmiando sulle pubblicità ed i lustrini). Ma anche che l’Ansf deve imporre misure più severe per la manutenzione delle porte dei treni, il ministero dei Trasporti deve intervenire su questo grave fenomeno e che la magistratura deve iniziare ad individuare le eventuali responsabilità” ha denunciato l’associazione dei macchinisti “Ancora in marcia”. La Procura di Montepulciano ha aperto un’indagine interna per ipotesi di disfunzione alle guarnizioni o errore di montaggio della porta, sebbene non sia ancora chiaro cosa abbia fatto perdere la porta al Frecciargento. Il convoglio fu imbrattato da manifestanti No Tav” hanno precisato da Trenitalia. “Ecco, questa è la conseguenza della politica di tagli indiscriminati” riferiscono, invece, dall’associazione “Ancora in marcia”. 

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