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Concorso insegnanti, ecco le lauree che fanno entrare nella scuola (forse)

Concorso insegnanti, ecco le lauree che fanno entrare nella scuola (forse)

Non appena il neo ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, ha parlato di concorsi nella scuola, giornali, siti web e tv si sono affannati nel cercare di elaborare i dati relativi alla materia. Nel nostro paese non si fanno concorsi pubblici per le istituzioni educative dal 1999. Nel frattempo i laureati e i precari sono aumentati a dismisura.

Siamo comunque di fronte a un (presunto) paradosso, che è presto spiegato. Alcune graduatorie, infatti, sono super affollate e, di questo passo, sarebbero sfoltite solo tra parecchi decenni. Ci sono però classi di concorso quasi vuote e si hanno grosse difficoltà a trovare insegnanti supplenti per alcune discipline. Abbondano i laureati in lettere, lingue, giurisprudenza, ma mancano quelli delle facoltà scientifiche.

Francesca Pugliesi, responsabile scuola del Pd,  ha spiegato che l’eventuale “concorso servirebbe per le discipline scientifiche, dato che in ben 64 province le graduatorie sono in esaurimento ed entro tre anni non avremo più docenti di matematica, fisica e chimica“.

Secondo le prime voci, il concorso dovrebbe essere per 12.500 insegnanti: poca roba rispetto ai 350mila che aspirano a lavorare nella scuola. Molto scettica è la Cgil: “È importante far ripartire i concorsi ma la questione vera è che si dovrebbe fare una ricognizione sui posti disponibili. Abbiamo l’impressione che non ce ne siano né per i precari né per gli altri. Da un lato il nuovo meccanismo sulle pensioni allontana le uscite dal lavoro, dall’altro abbiamo l’impressione che i tagli previsti dalla legge 133 non siano stati realizzati ancora del tutto e dunque è forte il rischio che si proceda ancora a sforbiciare“. Insomma, altro che nuove assunzioni e “classi vuote”. Con i pesanti tagli alla scuola e l’allungamento degli anni di lavoro necessari per andare in pensione, c’è il rischio (o forse la certezza) che i neo laureati debbano pensare a tutto, fuorché alla scuola. Indipendentemente dal titolo di studio che hanno.

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