Un vero e proprio allarme era già stato lanciato dal leader del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, nel corso di uno spettacolo a Susa, in provincia di Torino. Come messo in evidenza da Giornalettismo, Grillo aveva detto: “E Ciucciate la matita che vi daranno al seggio perché è copiativa e si può cancellare, ascoltate questo consiglio“, aggiungendo poi, a chi gliel’aveva chiesto, di temere effettivamente dei brogli elettorali.
Un appello in vista delle elezioni è passato anche tramite le pagine del Corriere della Sera che ha accolto i timori di Marco Piazza, colui che ha organizzato le Parlamentarie e che ha seguito la composizione delle liste del Movimento di Grillo. Il consigliere comunale bolognese aveva scritto su Facebook:
Le matite indelebili (che devono essere usate nei seggi) se bagnate, lasciano un caratteristico tratto tendente al violaceo con delle piccole sbavature. Ho concreti motivi di ritenere che molti elettori a questo giro faranno questa verifica. Attenzione!! le schede macchiate o con segni di riconoscimento sono invalide. Se pertanto vi capitasse di macchiare involontariamente la vostra scheda fatevene dare un’altra.
Mentre il dilemma persiste, anche l’onorevole Vittorio Bertola ha detto la sua:
Ovviamente immediate sono state le reazioni dei grillini o aspiranti tali, per lo più tramite i social network. Facebook in primis.
E mentre il panico imperversa, non ci resta che attendere poche ore per sapere come finirà il “complotto“. Ricordando che il riferimento che si trova in rete ad una sentenza del Consiglio di Stato (Sez. V, n. 660, del 26 ottobre 1987), che imporrebbe di scrivere con la matita bagnata sotto pena nullità, non ha alcun fondamento. La matita copiativa non si cancella ed il voto è regolare solo se espresso con quelle e solo quelle matite, da ormai 60 anni a questa parte. Nei seggi elettorali era una volta fornita una spugnetta che non serviva affatto a bagnare le matite, né tanto meno i giudici hanno mai istituito una procedura per la quale gli elettori debbano leccare le matite incriminate prima di esprimere la loro preferenza elettorale.
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