Muore a 82 anni colui che può essere definito, in tutto e per tutto, il primo moonwalker, ovvero il primo uomo a mettere piede sulla superficie della Luna. Nei primissimi giorni di agosto l’uomo era stato sottoposto ad un’operazione al cuore per l’impianto di un bypass e il suo decorso post-operatorio sembrava proseguire bene. Tuttavia, sono sopraggiunte delle complicazioni post-operatorie. Nello scorso mese di novembre gli era stata conferita la Congressional Gold Medal, la più alta onorificenza civile americana. Il 20 luglio 1969 descrisse il suo primo passo sulla Luna con la frase, che divenne poi storica: “Un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità”.
Il nome di Armstrong è, prevedibilmente, legato al 2o luglio 1969 quando, come comandante dell’Apollo 11, entrò nella storia tenendo il mondo con il fiato sospeso. Il modulo lunare ‘Eagle’, con a bordo lo stesso comandante Neil Armstrong e il pilota Edwin Aldrin, si separa dal ‘Columbia‘, dove resta solo il pilota Michael Collins, per scendere sulla superficie della Luna, nostro satellite, in una missione che fino ad allora era stata considerata vera e propria utopia.
Sono le 20:17:40 Utc, quando il comandante Armstrong prende il controllo manuale del modulo, adagiandolo sulla superficie della Luna. L’approdo avviene nella parte meridionale del Mare della Tranquillità, a circa 20 km a sud-ovest del cratere Sabine D. Un approdo ritenuto ottimale dalla NASA, secondo quanto evinto da rilevamenti realizzati dai lander Ranger 8 e Surveyor 5 e dalle mappe tracciate dal Lunar Orbiter.
Quando in Italia gli orologi segnano le 4,56 minuti e 15 secondi del 21 luglio 1969, sei ore e mezza dopo aver toccato il suolo con la sonda, Neil Armstrong si trova sull’ultimo gradino della scaletta del Lem ‘Eagle’. Esitando un solo attimo dice: “Ora scendo”, rassicurando coloro che sono a terra a Houston. Prima di pronunciare quella frase, che lo immortalerà per sempre nella storia: “Sarà un piccolo passo per l’uomo ma un gigantesco passo per l’umanità”.
