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La PETA smaschera 3 colossi in cosmetica: si fingevano cruelty-free

La PETA smaschera 3 colossi in cosmetica: si fingevano cruelty-free

Il tema della sperimentazione animale è particolarmente scottante, e lo è ulteriormente da quando i mass media hanno puntato l’attenzione sull’allevamento di Green Hill, a Montichiari in provincia di Brescia, dove si trovavano cani di razza beagle e venivano spediti in vari laboratori di vivisezione d’Europa.

Così la gente, considerando la maggiore informazione su questo campo, ha cominciato probabilmente a prestare più attenzione anche alle famose marche di cosmetici cruelty-free, ossia non testati su animali. E la lista di questi brand, per quanto non sia massiccia come dovrebbe, diventa comunque sempre più corposa.

Ma cosa succede se un brand si dichiara cruelty-free e non lo è? E’ così che la PETA (People for Ethical Treatment of Animals) ha denunciato tre famosissime ditte produttrici di cosmetici che, fingendosi ‘animal-friendly’, andavano invece a pagare segretamente laboratori cinesi per testare alcune sostanze su animali.

Le tre marche incriminate sono Avon, Estee Lauder e Mary Kay. Il motivo di tale inganno risiederebbe nel fatto che in Cina si possono mettere sul mercato solo cosmetici testati su animali, per cui, per non perdere clienti cinesi, hanno deciso di perdere di credibilità. Almeno da quando la PETA li ha smascherati.

La più famosa associazione animalista, così, non solo ha invitato tutti a boicottare questi tre colossi, ma ha anche sovvenzionato con 33 mila dollari i tecnici dell’Institute for in Vitro Science (un laboratorio americano) per recarsi in Cina e insegnare le tecniche sostitutive di sperimentazione che, ricordiamo, non solo evitano inutili torture agli animali (il Draize test, ad esempio, consiste nell’instillazione di sostanze spesso infiammanti e nocive negli occhi degli animali, che così spesso rischiano anche la soppressione), ma sono anche più attendibili per ciò che riguarda le possibili reazioni dermatologiche umane.

Per fortuna, nonostante il pessimo esempio di Avon, Estee Lauder e Mary Kay, c’è anche chi ha rifiutato di vendere i suoi prodotti in Cina per evitare i test su animali, come l’americana NYX cosmetics.

Chi desidera avere info sui test su animali, può consultare questa pagina di lavocedeiconigli.it, dove non solo è spiegato come riconoscere i prodotti cruelty-free, ma vi sono anche numerosi link che riportano a liste positive e negative di prodotti.