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Sit-in degli animalisti a Pomezia per salvare cani dalla vivisezione

Sit-in degli animalisti a Pomezia per salvare cani dalla vivisezione

A quasi un anno di distanza dal blitz a Montichiari, a Green Hill, per salvare dei cuccioli di beagle destinati alla vivisezione, si vivono ore di forte angoscia a Pomezia per chi ama gli animali: gli animalisti infatti da ieri giovedì 7 marzo stanno controllando dei camion sospetti in prossimità della Menarini, in via Tito Speri, perché è circolata la notizia dell’arrivo di beagle dal Belgio destinati alla vivisezione. La tensione è altissima, perché gli animalisti vogliono salvare le vite e la libertà di quei cani. Non si sa se i cani in questione, una volta arrivati, riusciranno a evitare il destino che era stato loro riservato.

Intanto però ieri così parlavano gli esponenti del PAE (Partito Animalista Europeo):

I cani provengono dal Belgio a cura dell’autorità sanitaria belga e sono partiti questa mattina alla volta di Fiumicino. All’ora di pranzo i cani arrivano nei laboratori del Research toxicology centre S.p.A. di Pomezia. Gli attivisti di diverse sigle, oltre che esponenti dello stesso Partito, si sono infatti ritrovati nei luoghi dopo che mercoledì sera il sito di Repubblica.it aveva anticipato la notizia del presunto arrivo di otto cani beagle. Come è noto nella cittadina prossima al litorale laziale, insistono alcune strutture dove viene praticata la sperimentazione animale.

A tal proposito, Attualissimo ha intervistato Enrico Rizzi, il coordinatore nazionale del PAE.

Da quando è cominciato esattamente il sit-in e come sta procedendo?

Questo sit-in è cominciato già da mercoledì sera. Diverse persone si sono radunate a Pomezia, e poi ieri mattina sono arrivati i nostri attivisti del PAE, di Feder Fida, di Centopercento Animalisti, Roma for Animals, Memento Naturae, Animalisti Italiani, Diritti animali Pomezia e attivisti provenienti dalla Toscana. In seguito si è diffusa la voce del sit-in tramite stampa e Facebook, e così si sono aggiunte altre persone. Io non sono lì sul posto in questo momento, ma dalle ultime notizie che ho avuto sembra che vi siano stati più di 50 animalisti, alcuni di loro disposti a passare la notte lì, e continuano ad essere là davanti. Più siamo meglio è.

Sull’arrivo dei beagle indirizzati alla Menarini corrono le voci più disparate, ma sembra che lì non siano ancora giunti. Conferma?

Purtroppo non abbiamo fonti certe di dove siano in questo momento i cani destinati alla Menarini. Le uniche fonti che abbiamo sono voci di corridoio che confermano che questi cani sono arrivati a Fiumicino dal Belgio e che qualcuno dovrà portarli alla Menarini. È certo però che non sono già entrati, perché i nostri attivisti sono lì da ieri mattina presto e hanno fermato decine e decine di furgoncini e camion di ogni tipo che entravano nella strada della Menarini, via Tito Speri, invitandoli ad aprire gli sportelli per vedere se c’erano quei cani, e non sono stati trovati. Quello che penso e che mi auguro è che, considerando che c’è tutta questa gente, la polizia mandi i cani indietro, ed è quello il nostro obiettivo: non far finire i poveri beagle in quel laboratorio di tortura. Dobbiamo salvare quelle vite, anche perché sono sempre più medici, scienziati e biologi ad affermare che la sperimentazione animale, oltre ad essere una pratica crudele per gli animali, è inutile e dannosa per gli umani. Chi partecipa a queste manifestazioni ha a cuore la vita di questi esseri viventi. Considero vergognosi non coloro che l’anno scorso liberarono i beagle di Green Hill, ma quelli che torturano gli animali e quei politici che ancora permettono questa pratica ignobile che non è degna di un Paese civile. Gli Italiani sono un popolo che ama gli animali, e vuole vederli rispettati, e lo vediamo con l’esempio di questo sit-in e di altre manifestazioni simili.

A proposito del sit-in in corso, ci sono stati momenti di tensione maggiore?

Ripeto, io non sono sul posto, ma sento minuto per minuto quello che sta avvenendo lì grazie alle comunicazioni del Presidente del PAE, Stefano Fuccelli, e dei nostri attivisti che sono in quel luogo, e sembra siano stati richiamati dicendo che la situazione stava peggiorando, e che rischiamo di essere mandati via e denunciati. I nostri attivisti continueranno a stare lì sul posto perché la legge lo permette: non si tratta di una manifestazione con megafoni, cartelli e striscioni, e poi sono in una via pubblica, dove è loro diritto restare. Anzi, invitiamo tutte le persone che sono contrarie alla vivisezione a raggiungerci sul posto e a partecipare al nostro sit-in.

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