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Tassa di soggiorno: Governo pensa al dietrofront, Maroni: “Non si azzardi”

Tassa di soggiorno: Governo pensa al dietrofront, Maroni: “Non si azzardi”

Ci potrebbe essere un passo indietro in merito alla tassa sul permesso di soggiorno degli immigrati. Il Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri e Andrea Riccardi, ministro della Cooperazione internazionale e l’integrazione, opereranno una approfondita valutazione per quel che concerne il rilascio dei suddetti permessi. L’aumento della tassa da pagare graverebbe sulle tasche dei cittadini stranieri che vivono in Italia, pertanto i ministri, in maniera congiunta intendono “verificare se la sua applicazione possa essere modulata rispetto al reddito del lavoratore straniero e alla composizione del suo nucleo familiare“.

La Lega non ha preso bene questo dietrofront del Governo e promette una massiccia opposizione per quanto riguarda la spigolosa questione degli immigrati. Come ha dichiarato Sandro Mazzatorta, vicepresidente de senatori della Lega Nord, “Vigileremo affinché il governo Monti non elimini il contributo richiesto ai richiedenti il permesso di soggiorno“. Roberto Calderoli definisce una “vergogna” tale ripensamento, che privilegerebbe solo gli immigrati e non i pensionati e i lavoratori italiani, sui quali, secondo l’esponente del Carroccio, il Governo Monti intende concentrare gran parte della tassazione, sia sui risparmi accumulati, sia sulla casa.

Contrariato anche Roberto Maroni, ex ministro dell’Interno, il quale ha dichiarato si è espresso con queste parole: “Io dico alla ministra Cancellieri di non azzardarsi a farlo, sarebbe un atto di vera e propria discriminazione nei confronti dei cittadini padani e italiani, un attacco ai diritti di chi lavora e paga la crisi che la Lega non può accettare“. Il Partito Democratico, invece, si è mostrato molto entusiasta di questo cambio di rotta del Governo. Come ha dichiarato Livia Turco, la coalizione apprezza “la volontà dei ministri Cancellieri e Riccardi di riconsiderare quella odiosa tassa, ma ribadiamo che l’unica soluzione veramente equa sarebbe la sua abolizione in modo da far pagare agli immigrati quello che pagano gli italiani per il disbrigo delle normali pratiche burocratiche“.

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