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Strage Alta Savoia, ritrovata lettera del capofamiglia

Strage Alta Savoia, ritrovata lettera del capofamiglia

Proseguono le indagini sul massacro avvenuto in Francia, dove è stata uccisa un’intera famiglia anglo-irachena. Secondo quanto scoperto dagli inquirenti, pare che ad uccidere la famiglia al-Hilli sia stata una sola arma da fuoco. Gli investigatori francesi hanno, però, precisato che questo non esclude di certo la possibilità che il killer abbia avuto un complice sul posto o in Gran Bretagna.

L’arma del delitto non è ancora stata trovata, ma si sa che è una semi-automatica calibro 7.65 e che, probabilmente, è stata usata con il silenziatore. A confermarlo sarebbe un testimone – un muratore francese – che dice di aver visto gli al-Hilli posteggiare in Alta Savoia circa un’ora prima della strage, ma di non aver sentito nulla. I colpi sparati sono stati almeno 25, di cui 5 contro il ciclista francese Sylvain Mollier che, probabilmente, si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Mentre, il testimone che ha dato l’allarme – un pensionato inglese che vive in Francia – ha affermato di aver visto una macchina con il motore ancora acceso: “Ho visto un’auto 4×4 di colore verde allontanarsi a gran velocità, seguita da una moto“, ha dichiarato.

La piccola Zainab – la figlia maggiore di 7 anni degli al-Hilli, uscita ieri dal coma farmacologico – è stata sentita brevemente dagli inquirenti, perché testimone chiave: “Era molto stanca ed è stato solo un incontro iniziale“, ha dichiarato una fonte della polizia, aggiungendo che il killer era “esperto” e “freddo ed abile” per sparare e ricaricare così velocemente. La teoria più probabile, ormai, sembra essere quella dell’omicidio su ordinazione, dopo aver perquisito a fondo la casa di Claygate, nel Surrey.

Ieri, infatti, sono stati trovati degli oggetti “ad alto rischio” nella capanna in fondo al giardino degli al-Hilli ed una squadra di artificieri è arrivata sul posto, che è stato evacuato ed isolato per diverse ore. Tra i documenti rinvenuti, vi è una lettera di Saad al-Hilli indirizzata ad un amico di famiglia, in cui parla della lite avuta con il fratello maggiore, Zaid, a causa dell’eredità del padre, morto in modo misterioso l’anno scorso: “Zaid ed io non comunichiamo più, perché ha tentato di fare il colpo gobbo anche quando mio padre era ancora vivo. Ha cercato di appropriarsi dei beni di mio padre in modo subdolo. È una lunga storia, ma è per questo che ho dovuto cancellare la sua presenza dalla mia vita“, si legge nella lettera di Saad.

Il fratello della vittima, però, è stato interrogato nel weekend e si dice disperato per la morte di suo fratello Saad. Nel frattempo, è arrivata la conferma che la donna di 74 anni di nazionalità svedese uccisa, Suhaila al-Allaf, era la nonna materna di Zainab e Zeena, la bimba di 4 anni rimasta illesa e tornata in Gran Bretagna con due zii.

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