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Satira sui disabili, il web insorge

Satira sui disabili, il web insorge

Davvero raccapriccianti e diffamatorie le parole espresse nei confronti di chi non può difendersi dal sito www.umoremaligno.it. Il sito in questione con toni dissacranti e apparentemente ironici, cerca di smorzare la serietà di determinati argomenti, ma stavolta è stato superato ampiamente il limite dell’offesa a danno di persone portatrici di handicap. La denuncia è partita da Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, rete per i diritti civili, che certamente non è una novità, in quanto ogni giorno ci si trova a dover combattere contro siti che vanno ad offendere la dignità di persone disabili, di gay, lesbiche, immigrati.

Tra le frasi più deprecabili scritte nel sito vi è la seguente:

Ma quali trattamenti possono migliorare la vita di un disabile e della sua famiglia? Al primo posto c’è naturalmente l’eliminazione del soggetto, che non tutti si sentono di praticare vuoi per timore delle conseguenze legali vuoi per un malsano attaccamento che con il tempo si sviluppa anche verso le più immonde fra le creature: per questa ragione sarebbe assolutamente opportuna l’uccisione in culla, magari con l’aiuto di personale sanitario prezzolato che aiuterà a simulare un incidente.

Oppure, si continua in questo modo:

Per le mezzeseghe che non hanno sufficiente nerbo per eliminare il problema alla radice, un’ottima soluzione è la costrizione fisica all’interno di spazi angusti ermeticamente separati dal resto dell’abitazione, in modo che nessuno sappia che avete in casa un handicappato, o comunque che non lo possano vedere e schernirvi con gli amici comuni. I disabili fisici spesso sbavano, emettono suoni e rumori sgradevoli e non sono in grado di provvedere neppure alle necessità basilari: mangiare, bere, pulirsi. Ciò comporta l’ulteriore sgradevole conseguenza di doversi prendere in casa un negro o uno slavo per raccogliere la loro merda: motivo in più per farli fuori alla prima occasione, a meno che la badante non sia una ventenne moldava sieronegativa.

Ma in genere è tutto il sito purtroppo impregnato di contenuti seri e drammatici che vengono dissacrati al limite della sopportazione e della decenza e per il quale Mancuso chiede alla polizia postale di impegnarsi per occuparsi del sito che va ad offendere la dignità, secondo lo stesso Mancuso, di milioni di persone.

La risposta però arriva anche da Umore Maligno, che non ci sta e ci tiene a precisare gli intenti del sito a dispetto delle denunce del web. Di seguito, la replica.

Ebbene sì, ci sono voluti due anni ma ce l’abbiamo fatta. Il nostro pezzo sui disabili ha colpito un sedicente “normalmente abile” come Aurelio Mancuso, che ci dicono essere direttore dell’associazione “equality italia”, famosa per.

Mancuso accusa Umore Maligno di vari reati, tra cui.

Sì, scusate l’incompletezza ma è esattamente questo il punto. Umore Maligno messo alla berlina come fosse una senatrice dell’Italia dei Valori qualunque, tipo Patrizia Bugnano, anch’essa saltata sulla sedia (non vi diciamo cosa c’era sotto) e capace di offendersi per un suo proprio problema: incapacità di comprensione di un testo. Certo, la colpa è anche nostra: l’abbiamo scritto in italiano.

Crediamo che il problema derivi dalla disabitudine a tutto quanto oggi in Italia va sotto il nome di satira, rovesciamento logico, denuncia di problematiche sociali tramite inversione del soggetto.

Comprendiamo però che si tratta di limiti insuperabili per tutti quei soggetti incapaci di analizzare dei semplici testi (parliamo pur sempre di persone che hanno come riferimento culturale Di Pietro).

In sintesi, Umore Maligno da sempre denuncia qualunque problema sociale tramite la corrosività, il cazzotto nello stomaco e il rovesciamento logico, così da impersonare volutamente un personaggio assolutamente eccessivo, ben oltre il grottesco, così da dare voce a quanto di più becero, volgare, viscido possa esserci: l’essere umano.

Chi non capisce questo meccanismo è anch’esso destinato a divenire inevitabilmente soggetto e oggetto della nostra satira; è così che si conclude la parabola del portatore dei valori puri, di colui (o di colei) che si sente investito del sacro fuoco dell’Etica pret-a-porter, buona per tutti, senza nessuna capacità di elaborare, in autonomia, una banale verità: le guerre contro ogni intolleranza (contro tutte le intolleranze) si combattono innanzitutto con la cultura.

Solo da qui può dichiararsi guerra al vero nemico: l’ignoranza.

Quella che nutre chiunque legga i testi di Umore Maligno in modo lineare o letterale. Che è un po’ quanto fecero con Rabelais.

Che forse, per Mancuso, è un cavallo della Tris.

Auguri, Italia.

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