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Si prostituisce per mantenere i suoi 5 figli: “Colpa di mio marito”

Si prostituisce per mantenere i suoi 5 figli: “Colpa di mio marito”

Triste storia quella di una donna di Gallipoli, costretta a prostituirsi per poter dare da mangiare ai suoi cinque figli. Una donna disperata, indotta, dalla necessità di assicurare cibo, medicine e la possibilità di studiare ai suoi figli, a svolgere il mestiere più antico del  mondo. Come ci racconta quotidianodipuglia.it, Marta (nome di fantasia) pensava di aver trovato l’uomo della sua vita: un militare bello e gentiluomo, che l’aveva sposata e fatta rimanere a casa a crescere i figli vista la non iniziale necessità di dover lavorare. Ma poi l’inferno con continue umiliazioni e il vizio del gioco, il videopoker, che hanno portato l’uomo a contrarre debiti su debiti, che spesso poi è toccato alla moglie dover pagare con delle particolari “prestazioni” con quello o quell’altro “amico” del marito.

A breve è seguita la separazione dall’uomo ma Marta, nonostante le denunce fatte ai Carabinieri e all’amministrazione da cui dipende dal militare, non riesce ancora a far valere i suoi diritti di mamma di cinque figli. Mentre prima attraverso l’amministrazione del militare, la donna riusciva almeno a percepire gli assegni familiari, da più di un anno, dopo la sentenza del giudice che ingiungeva all’ormai ex marito di versare 1.200 euro alla famiglia, Marta non ha ricevuto più alcun soldo. La donna, però, non si arrende è scrive una lettera al sindaco affinché possa essere inserita nelle liste delle ‘forze lavoro’, allegando tanto di curriculum, ma anche qui nessuna risposta.

Anche dalla Caritas Marta non riceve alcuna risposta e neppure qualche busta della spesa, pur avendo raccontato di avere la morte nel cuore per il fatto di essersi dovuta prostituire per mangiare e di non averne più voglia, di non farcela più. Idem dall’INPS che, per una sua menomazione fisica, nulla le ha fatto sapere in relazione all’eventualità di poter avere una pensione. Queste le parole della donna:

Mentre lui il padre dei miei figli, continua a sperperare i soldi al gioco e alle macchinette, insieme ad altri suoi colleghi. Sono disperata cosa altro mi resta da fare? Mi rimane solo la possibilità di vendere il mio corpo, è l’ultima spiaggia. Voglio che si sappia, vorrei che nessuna altra donna viva ciò che sto vivendo io, abbandonata a me stessa, eppure ho chiesto solo quello che penso essere un mio diritto: riuscire a crescere i miei figli.

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