Una donna indiana e la sua bambina di 13 mesi sono stati dati alle fiamme dal marito e dai suoceri a causa di una controversia relativa al pagamento di una dote, secondo quanto riferito dal The Times of India. Pravartika Gupta, 25 anni, non è sopravvissuta alle ferite riportate ed è morta in un ospedale di New Delhi domenica. Sua figlia, Idika, invece sta lottando tra la vita e la morte dopo aver riportato il 55% delle ustioni sul viso e sul corpo. The Times of India aggiunge che le condizioni della bambina sono critiche. Secondo l‘Hindustan Times, la suocera di Gupta è stata arrestata. Tuttavia, il marito della donna, Ashutosh, e il suocero, Ram Mohan Gupta, hanno provato ad eludere l’arresto.
Il giornale aggiunge che il padre di Gupta sostiene che la suocera della figlia ha torturato la giovane, sia mentalmente che fisicamente, a causa delle lite in ordine ad una dote di diverse migliaia di dollari. I parenti della donna sostengono anche che sia Ashutosh, che suo padre erano arrabbiati con Gupta, non solo perché le loro richieste di doti non sono state soddisfatte, ma anche perché avrebbero voluto che il primo figlio della coppia fosse un maschio e non una femmina.
La coppia si è sposata due anni fa, secondo quanto riportato dal giornale indiano. Il Telegraph scrive che caso di Gupta ha “scioccato” l’India – un paese dove più di 8.000 donne sono uccise ogni anno per mano “dei loro mariti e parenti, le cui richieste di pagamenti relative a doti sontuose non sono soddisfatte”. Nella notte di lunedì, i parenti della bambina hanno riferito di aver vegliato al di fuori dell’ospedale dove la piccola è ricoverata nel reparto di terapia intensiva, aggiunge il Telegraph.
I parenti di Gupta, ancora increduli, si chiedono come mai il marito della 25enne abbia fatto ciò, considerando che nulla gli mancava: una bella moglie, una casa prosperosa e, comunque, una stabile situazione economica.
