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Privatizzazione dell’acqua, la Corte Costituzionale dice no

Privatizzazione dell’acqua, la Corte Costituzionale dice no

Esultano i movimenti contro la privatizzazione dell’acqua. La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 4 del decreto legge del 13 agosto 2011 n.138 ovvero Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo convertito, con alcune modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148. La Consulta ha dichiarato illegittimo l’articolo sia nel testo originario che in quello risultante dalle successive modificazioni, il quale prevedeva la possibilità di privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali, compreso dunque il sistema idrico integrato e sul quale il popolo si era già espresso mediante referendum alcuni mesi prima.

Ricordiamo infatti che nel giugno 2011 la liberalizzazione dei servizi pubblici fu sottoposta a due quesiti referendari, in ordine ai quali vinsero i sì, cioè i favorevoli all’abrogazione della legge allora in vigore. I motivi che hanno spinto la Corte Costituzionale a dichiarare l’illegittimità del citato art.4 è che esso andrebbe a violare il disposto dell’art. 75 della nostra Costituzione, che vieta il ripristino di una normativa abrogata dalla volontà popolare proprio mediante referendum.

La Corte si è espressa nel senso che quell’articolo 4 ripropone la norma che il referendum voleva cancellare, andandola dunque addirittura a peggiorare. La pronuncia della Consulta è stata accolta con grande esultanza da parte dei movimenti per l’acqua che parlano infatti di una grande vittoria. Non mancano nemmeno le reazioni da parte del mondo politico.  Il Partito democratico, con Umberto Marroni, capogruppo Pd di Roma Capitale e Marco Causi, deputato Pd in commissione Finanze, hanno immediatamente parlato della bocciatura della delibera del sindaco Alemanno sull’Acea.

Antonio Di Pietro, invece, ha dichiarato che vigilerà, fuori e dentro il Parlamento, affinchè il responso dei cittadini e la sentenza della Corte costituzionale vengano rispettate.

Nichi Vendola, il governatore della regione Puglia, ha ricordato che si tratta di un risultato della Puglia, regione che ha presentato il ricorso: “La Puglia ha vinto, ma soprattutto, con la Puglia, hanno vinto la democrazia e il popolo del referendum. La nostra perseveranza nella battaglia che abbiamo condotto, giorno dopo giorno, ci ha dato ragione”.

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