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Corte Costituzionale, bocciata la mediazione obbligatoria

Corte Costituzionale, bocciata la mediazione obbligatoria

La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità, per eccesso di delega legislativa, delle norme che hanno introdotto la media-conciliazione nelle controversie civili e commerciali, nella parte in cui si prevede il carattere obbligatorio della mediazione. Così come si legge in un comunicato stampa diffuso dalla Consulta: “La Corte costituzionale ha dichiarato la illegittimità costituzionale, per eccesso di delega legislativa, del d.lgs. 4 marzo 2010, n.28 nella parte in cui ha previsto il carattere obbligatorio della mediazione”.

I giudici della Corte hanno così definito le sette questioni sollevate sulla mediazione civile obbligatoria: una, che è stata presentata dall’organismo unitario dell’Avvocatura e tratta nell’udienza pubblica di ieri, le rimanenti sei iscritte oggi nel ruolo delle camere di consiglio. Le motivazioni della decisione della Consulta saranno depositate nelle prossime settimane.

Il ministro della Giustizia Paola Severino si è mostrata non eccessivamente preoccupata dalla sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato l’obbligatorietà della media conciliazione e, a tal proposito, ha dichiarato ai giornalisti che l’hanno intervistata alla Camera: “Non ho letto le motivazioni ma la sentenza ha dichiarato l’illegittimità solo di una parte, quella relativa alla mediazione obbligatoria”.

Il presidente della commissione Giustizia del Senato, il senatore del Pdl Filippo Berselli, ha così commentato la notizia:

Accolgo positivamente la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità per eccesso di delega del decreto legislativo nella parte in cui era previsto il carattere obbligatorio della mediazione. Allorché la commissione Giustizia fu chiamata al riguardo espresse parere nettamente contrario proprio per l’eccesso di delega. 

La categoria degli avvocati, che aveva presentato ricorso alla Consulta contro quella che è stata definita la “privatizzazione della giustizia civile”, come ha detto l’Organismo unitario dell’avvocatura, saluta la sentenza come un grande successo.

La durata media dei processi civili in Italia è di circa 7 anni; il tutto mentre i tribunali devono ancora smaltire più di 5 milioni di cause arretrate. Un abbassamento del 10% dei tempi del processo civile porterebbe invece ad un ampliamento delle possibilità di investimento dello 0,3%, secondo Confindustria.

 

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