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Pornografia online: arresti e perquisizioni in tutta Italia

Pornografia online: arresti e perquisizioni in tutta Italia

E’ tutt’ora in corso una maxi operazione della Polizia Postale contro la pedopornografia online in tutta Italia. Il blitz, denominato “Fabulinus”, è condotto dalla Polizia postale di Palermo, con la supervisione del servizio di Polizia postale e delle  telecomunicazioni di Roma.

L’indagine delle forze dell’ordine ha interessato ben 13 regioni italiane, e al momento sono stati effettuati 6 arresti, e denunciate 31 persone per divulgazione e ingente detenzione di materiale pedopornografico. A finire in manette, come capita spesso in questo indagini, sono i soliti “insospettabili”. Persone dai 35 ai56 anni, a cui sono stati sequestrati in totale almeno 150 mila file proibiti. Di tutte le età e di dalle più diverse posizioni sociali, si va dal pensionato napoletano al militare di Roma, dal dipendente di un’impresa di pulizie al programmatore informatico pugliese, dall’assicuratore di Reggio Calabria all’elettricista di Agrigento. L’ultimo, è un elettricista  di Campobello di Licata, che durante le perquisizioni è stato scoperto anche con un ingente quantitativo di droga e una piantagione di marijuana.

Il materiale sequestrato ritraeva bambini incappucciati, dai due ai dieci anni, costretti ad avere rapporti sessuali con adulti. Le indagini erano iniziate circa un anno e mezzo fa. Ecco il commento all’operazione rilasciato da Francesco Re, dirigente del Settore di Contrasto alla pedopornografia: “Erano molte di più le persone coinvolte ma è stata fatta una grande scrematura perché abbiamo voluto essere sicuri denunciando le persone che eravamo sicuri avessero l’uso esclusivo del computer individuato. Ma sicuramente l’indagine si allargherà. Purtroppo è un fenomeno molto vasto. Gli arrestati sono tutti della media borghesia, quasi tutti celibi, in molti casi vivono con i genitori. I video venivano messi su Emule, un programma di file sharing. Purtroppo sui server di Emule i file vengono solo indicizzati, poi è difficile risalire a chi li scarica e da dove. E’ stato un lungo lavoro che è durato oltre un anno e mezzo”.

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