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L’Italia revoca l’espulsione della Shalabayeva. Polemica su Alfano

L’Italia revoca l’espulsione della Shalabayeva. Polemica su Alfano

Il governo italiano ha revocato l’espulsione di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, che era stata rimpatriata nel maggio scorso assieme alla figlia di sei anni,  con un’operazione che però aveva sollevato polemiche, fino a spingere il premier Letta, lo scorso 9 luglio, a promettere un’indagine di Palazzo Chigi. Proprio da Palazzo Chigi, è stata diffusa una nota che spiega: “A seguito della revoca del provvedimento di espulsione, che verrà immediatamente resa nota alle autorità kazake attraverso i canali diplomatici, la signora Alma Shalabayeva potrà rientrare in Italia, dove potrà chiarire la propria posizione“. Il governo, continua il comunicato, “colti i profili di protezione internazionale che il caso ha sollevato, si è immediatamente attivato per verificare le condizioni di soggiorno in Kazakistan della signora e della figlia“.

Attualmente, però, la Shalabayeva, moglie del principale oppositore del dittatore Nazarbayev, si troverebbe agli arresti domiciliari in Kazakistan. La donna e la figlia Aiua, di sei anni, erano state caricate lo scorso 31 maggio su un aereo preso a noleggio a Ciampino dall’ambasciata kazaka. Secondo l’indagine di Palazzo Chigi, però, l’esistenza e le modalità della procedura di espulsione non erano state comunicate ai vertici dell’esecutivo: nè al premier Letta, nè al ministro dell’Interno Alfano, che pure nei giorni scorsi era stato indicato come uno dei registi dell’operazione, nè al ministro degli Esteri o della Giustizia. Spetterà ora al Capo della Polizia Alessandro Pansa indagare sulla mancata informazione ai vertici governativi.

Nel procedimento di espulsione, sarebbero comunque state rispettate tutte le procedure formali, con quattro distinti provvedimenti di autorità giudiziarie italiane. L’avvocato Riccardo Olivo, legale della signora Shalabayeva, ha accolto positivamente “il ripristino dei diritti violati”, chiedendo che ora la signora possa tornare presto in Italia ed augurandosi che il governo kazako dia seguito alla richiesta del governo italiano. Andrian Yelemessov, ambasciatore del Kazakistan in Italia, sostiene di non aver “ricevuto alcuna richiesta da parte italiana” e conferma la “correttezza delle procedure che hanno portato all’espulsione”. Intanto aumenta la tensione politica sulla vicenda.

Sel e il Movimento 5 Stelle hanno annunciato una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’Interno Alfano, e, se fossero accertate delle responsabilità di quest’ultimo ed egli fosse costretto a dimettersi, il Pdl probabilmente uscirebbe dalla maggioranza. Alfano si è difeso: “Mi hanno tenuto all’oscuro, solo la Farnesina, ossia Emma (Bonino) mi ha avvertito“. La Bonino ha confermato: “Sono stata io a informarlo, Angelino nemmeno sapeva chi fosse”. Il premier Letta, nella riunione svoltasi ieri a Palazzo Chigi con i ministri competenti, è stato perentorio: Da questa vicenda ne possiamo uscire soltanto adottando una politica di… total disclosure, di trasparenza assoluta“, per poi aggiungere: “Ora qualcuno deve pagare. Se è vero che Angelino non sapeva, qualcuno della struttura ne risponderà”.

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