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India: sparito il “Saint Antony”, la prova per scagionare i due marò

India: sparito il “Saint Antony”, la prova per scagionare i due marò

Il peschereccio Saint Aintony è sparito. Per intenderci, stiamo parlando dell’imbarcazione sulla quale si trovavano i due pescatori indiani che, lo scorso 15 febbraio, sono caduti, secondo l’accusa, per mano del maresciallo Massimiliano Latorre e dal sergente Salvatore Girone, fucilieri di marina del battaglione San Marco che, con altri 4 commilitoni, difendevano dai pirati la petroliera “Enrica Lexie“.

Il peschereccio è stato salvato in extremis dal naufragio il 23 giugno scorso, quando è entrata in azione una squadra di 12 portuali di Kavanad, una città vicina a Kochi. Come si leggeva sul giornale The Hindu, il Saint Antony aveva già minacciato di affondare 11 giorni prima. L’acqua, infatti, era ormai giunta al ponte. Una prova fondamentale dunque per il processo dei due marò italiani e che rischiava dunque di affondare senza poter essere utilizzata ai fini di ulteriori indagini.

Freddie Bosco, proprietario dell’imbarcazione, aveva ottenuto il dissequestro del peschereccio il 10 maggio, argomentando che il natante era la sua unica fonte di sostentamento. I magistrati pertanto gli avevano intimato solo di non manomettere i fori dei proiettili. Tuttavia Bosco dichiarò che nessuno avrebbe voluto lavorare su un natante macchiato per sempre dal delitto e così ha smontato il motore, l’elica e ogni altra attrezzatura utile dell’imbarcazione, salvo poi abbandonare lo scafo. Il peschereccio ha così iniziato ad imbarcare acqua e, informato della notizia, il proprietario non ha fatto altro che promettere 42mila rupie, 600 euro, ai dodici portuali incaricati di salvargli lo scafo.

Ad un mese dall’inizio del processo per i due marò è dunque polemica. Come spiegato da Lugi Di Stefano, perito di parte nel processo per il Dc 9 dell’Itavia abbattuto nel cielo di Ustica: “Si sarebbero potuti fare prelievi per verificare la presenza di residui di polvere da sparo col sistema gas-cromatrografico o con lo spettrometro di massa”. Il tutto considerando che anche i fori dei proiettili potrebbero essere danneggiati a pochi giorni dalla formalizzazione delle accuse verso Latorre e Girone.

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