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Gravina tuona: “Il campionato terminerà, ma senza gare al Nord”

Gravina tuona: “Il campionato terminerà, ma senza gare al Nord”

Mentre l’Italia è ancora in forte emergenza Coronavirus, il presidente della Figc Gravina continua per la sua strada, cioè quella di terminare assolutamente la stagione calcistica.

Eppure al momento non sembrano ancora esserci i presupposti per avviare la fase 2 dell’emergenza, i dati risultano essere ancora piuttosto negativi, ma Gravina fa leva sulla riapertura di alcune attività dopo il 3 maggio in Italia, dando modo quindi anche alle squadre di poter ritornare a lavorare.

Gravina

Per Gravina la stagione calcistica deve essere portata a termine

E’ bene precisare però come al momento il presidente della Figc non abbia parlato di date precise, questo perché molto dipenderà dall’evolversi dell’emergenza Coronavirus, ma è assolutamente convinto che il campionato possa essere portato a termine. Non si può insomma per Gravina lasciare la stagione calcistica in questo modo e si stanno studiando diverse soluzioni per far sì che le squadre possano proseguire quanto fatto ad inizio stagione. Un elemento importante di questa ripresa del campionato riguarderà dove poter disputare le varie partite. L’idea infatti di Gravina è di non giocare al Nord Italia, lasciare insomma le zone più colpite dal Coronavirus e garantire alle squadre di poter comunque riprendere gli allenamenti, ma senza giocare nei loro stadi.

Evitare di giocare al Nord Italia

L’ipotesi è quella di poter disputare i vari match sotto il Rubicone, ossia un piccolo fiume che scorre nella provincia di Forlì-Cesena. Chiaramente però non ci sarà assolutamente modo ai tifosi di poter prendere parte ai vari match che saranno a porte chiuse per moltissimi mesi, probabilmente anche per quando riprenderà la prossima stagione. C’è la necessità di far ripartire non solo l’economia del lavoro, ma anche quella dello sport, per Gravina il calcio deve continuare, al momento c’è ancora tempo a disposizione per poter garantire al campionato una fine normale.

Si sfrutteranno probabilmente i mesi estivi, ma bisognerà fare attenzione a non andare troppo oltre, altrimenti si rischia di compromettere anche la stagione successiva, quella che poi finalmente vedrà l’approdo ad Euro 2020 che diventerà Euro 2021. I calciatori e le società dovranno adattarsi a nuove regole e metodologie per garantire il corretto svolgimento dei vari match, ma finché non arriverà il via libera dal Governo, non si potrà fare altro che attendere.

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