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Cosima e Sabrina, il processo rimane a Taranto

Cosima e Sabrina, il processo rimane a Taranto

Inizia l’udienza preliminare per il processo che vede imputate 13 persone, di cui due (Sabrina e Cosima) per omicidio; 4 avvocati per  favoreggiamento personale, intralcio alla giustizia, soppressione di atti veri e infedele patrocinio; mentre gli altri a vario titolo di aver dichiarato il falso od aver aiutato nell’occultamento del cadavere le due assassine (fra di loro anche Michele Misseri).

Nella notte fra il 6 ed il 7 ottobre si svolse il delitto di Sarah Scazzi, ribattezzato poi dalle televisioni il “delitto di Avetrana”, uno dei casi più direttamente seguiti dalla stampa, i cui protagonisti sono stati spesso intervistati con dichiarazioni scioccanti, specialmente da quelli che oggi sono finiti sul banco degli imputati.

Dopo che le indagini si sono ingarbugliate su varie piste venne accusato Michele Misseri, padre di Sabrina e zio dell’uccisa, il quale confessò il reato e mostrò agli inquirenti le dinamiche con cui aveva commesso il delitto e successivamente il luogo dove aveva nascosto il corpo.

Tuttavia fin da subito furono sollevati molti dubbi sulla veridicità delle sue affermazioni e tramite interrogatori continui alle persone della famiglia ed agli amici di Michele, non che con il prezioso aiuto della polizia scientifica, la polizia arrivò a stabilire che Misseri tentava solo di proteggere qualcuno e quel qualcuno era la figlia. Sabrina Misseri fu quindi arrestata il 10 ottobre 2010.

In seguito ci furono diversi tentativi di depistaggio, per i quali gli avvocati della famiglia Misseri furono incriminati e nel frattempo arriva la notizia che anche Cosima Serrano, madre di Sabrina e moglie di Michele avrebbe aiutato la figlia ad uccidere e poi occultare la nipote. Recentemente sono emersi nuovi elementi per i quali il gup dovrà decidere se scarcerare Sabrina, elementi emersi dopo una sentenza della Cassazione che ha messo seriamente in dubbio tutti i collegamenti della donna con l’omicidio (avrebbe un’alibi per l’ora del delitto).

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