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scontri in Grecia

Grecia, sciopero e scontri in piazza: un morto

Tornano gli scontri ad Atene, dove è stato indetto uno sciopero generale per la seconda volta in un mese, la quarta dall’inizio dell’anno, contro i tagli imposti dalla Troika (Ue, Bce, Fmi) per cercare di risanare il Paese. Oggi un manifestante di 66 anni è stato colpito da un infarto mentre gli agenti in tenuta antisommossa lanciavano gas lacrimogeni in risposta alle bottiglie molotov lanciate da alcuni dimostranti. L’uomo, un lavoratore marittimo iscritto al Paime, il sindacato vicino al Partito comunista di Grecia, è stato subito soccorso, ma è poi morto durante il trasporto in ospedale. Nei disordini odierni sono rimaste ferite altre cinque persone, tra cui due agenti, e vi sono stati 50 arresti.
Si sono verificati alcuni momenti di tensione anche nella centrale piazza Syntagma, che si affaccia sul Parlamento, quando alcuni dimostranti incappucciati hanno lanciato molotov contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con i lacrimogeni. Piccoli scontri si sono verificati anche nelle strade adiacenti il centro della capitale, mentre nei pressi del boulevard Vassilisa Sofia, un gruppo di manifestanti ha riconosciuto il deputato di Syria Lazafani, attaccandolo: “Non state facendo nulla nemmerno voi, andatevene tutti”. Per la protesta si erano riversate nelle strade della capitale greca 25 mila persone, e 15 mila a Salonicco.La protesta ha mobilitato tutte le categorie di lavoratori: dipendenti pubblici, giornalisti, medici e lavoratori delle navi e dei traghetti. Ad Atene la metro si è fermata e i tassisti sono in sciopero, mentre rimangono fermi gran parte dei trasporti.

Beppe Grillo

Beppe Grillo attacca Matteo Renzi: “Soffre d’invidia penis”

Beppe Grillo torna ad attaccare il Pd, e questa volta prende di mira il sindaco di Firenze Matteo Renzi:Renzi soffre di invidia penis. Vorrebbe essere come il M5s, ma deve accontentarsi di essere del pdmenoelle. Un trauma.” Così ha scritto Grillo sul suo blog, accusando Renzi di portare avanti temi in parte simili a quelli del Movimento 5 Stelle: “Renzi sente profondamente la mancanza di un programma elettorale del Pdmenoelle di egual valore al nostro. Per questo si considera intimamente inferiore. Questa situazione lo manda in bestia.” ha continuato il comico genovese, che ha definito inoltre il sindaco di Firenze “un ebetino inconsapevole, un succhiarote della politica, un aspirante dalemino“, proprio Renzi che vorrebbe la “rottamazione” dei vecchi leader del Pd tra i quali, appunto, D’Alema in particolare.
Grillo fa inoltre notare che, secondo Renzi, “Il M5s scenderebbe al 2%, se le cose che dice le dicesse il PD“,ma, per il comico genovese,

“se il Pdmenoelle adottasse il programma del M5s Renzi non sarebbe candidabile. Per due motivi. Il primo è che dovrebbe occuparsi dell’amministrazione di Firenze, carica per cui è stato eletto e viene pagato, e non girare per l’Italia con un camper presidenziale stile Air Force One. Il secondo è che il M5s prevede un massimo di due mandati (la politica non è una professione) e Renzi sarebbe quindi già arrivato a fine corsa”.

Roberto Formigoni

Regione Lombardia, nuova inchiesta: “Favorì la Compagnia delle Opere”

Dopo il caso dell’assessore arrestato per presunti legami con la ‘ndrangheta, spunta una nuova inchiesta riguardante la Regione Lombardia, che coinvolgerebbe in questo caso i vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo e l’ex assessore regionale Nicoli Cristiani, arrestato alcuni mesi fa per corruzione. Rossano Breno, presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo, e l’allora vicepresidente Luigi Brambilla avrebbero agito come mediatori presso la Regione Lombardia per far ottenere all’imprenditore Pierluca Locatelli l’autorizzazione all’apertura di una discarica di amianto nel Cremonese. Nell’inchiesta per l’apertura della discarica vi sarebbe anche una delibera della Giunta Regionale approvata il 20 aprile dello scorso anno “su proposta del Presidente Formigoni”.  Il ruolo della Compagnia delle Opere nella vicenda era già venuto fuori in seguito all’arresto di Nicoli Cristiani.
Questi sono dunque gli ultimi sviluppi dell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio che vede Nicoli Cristiani accusato di aver preso una tangente da 100 mila euro dall’imprenditore Pierluca Locatelli, che voleva ottenere l’autorizzazione per realizzare una discarica di amianto al posto della cava di Cappella Cantone. La Guardia di Finanza, oggi pomeriggio, ha inoltre vistato le sedi delle società Mediberg e Custodia, amministrate rispettivamente da Rossano Breno, presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo, e dall’ex vicepresidente Luigi Brambilla.

Massimo D'Alema

D’Alema: “Mi candido solo se il partito me lo chiede”

Dopo l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni, che ha annunciato domenica di non volersi più candidare in Parlamento, sembra continuare il ricambio generazionale all’interno del Pd, tanto chiesto da uno degli sfidanti alle primarie, il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Oggi, infatti, anche Massimo D’Alema ha annunciato di essere disposto a non candidarsi, se sarà questa la volontà del partito:

“La mia disposizione è a non candidarmi. Semmai posso candidarmi se il partito mi chiede di farlo. E’ giusto il ricambio e sarà promosso largamente, è il Pd che deve decidere se ci ci sono personalità che è opportuno che restino, derogando al regolamento. In un Parlamento dove torneranno Berlusconi, Dell’Utri e Cicchitto, pensare che il rinnovamento consista nell’eliminare il gruppo dirigente del Pd è una visione un pò faziosa”

ha affermato.

Giorgio Napolitano

Stato-Mafia, i pm di Palermo: “Il capo dello Stato non è un re”

La Procura di Palermo ha presentato questa mattina la costituzione in giudizio di fronte alla Corte Costituzionale nel conflitto d’attribuzione sollevato dal Presidente della Repubblica nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa stato-mafia. Per i pm palermitani, “se il capo dello stato avesse un’immunità assoluta e gli si riconoscesse una totale irresponsabilità giuridica anche per i reati extrafunzionali, questo coinciderebbe con la qualifica di “inviolabile” che caratterizza il sovrano nelle monarchie”.
Secondo il collegio difensivo della Procura di Palermo, composto dai professori Alessandro Pace, Giovanni Serges e Mario Serio, inoltre,

“non può ritenersi che l’essere rappresentante dell’unità nazionale possa costituire la fonte di ulteriori poteri, quali, nella specie, il potere di esigere la distruzione della documentazione delle intercettazioni di tutte le telefonate a lui rivolte ancorchè inviate da soggetti sottoposti ad indagine penale. Quindi la posizione del Presidente della Repubblica si affianca, a livello paritario, a quella degli altri organi dello Stato”.

Roberto Formigoni

Formigoni azzera la giunta ma non si dimette

Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, al termine di una lunga giornata, ha dichiarato: “Ci sono sempre io, non mi dimetto. Ci sarà una forte riduzione dei numeri della giunta e un rimpasto“. Formigoni oggi aveva incontrato nella sede romana del Pdl il segretario Angelino Alfano e il segretario leghista Roberto Maroni. Arrivando al vertice, il governatore lombardo aveva annunciato ai cronisti un “gesto forte” dopo l’ultimo scandalo esploso in Regione ieri. Parlando delle sue eventuali dimissioni, però, ha voluto chiarire, affermando: “Io non ho fatto nessun errore. La mia Regione è l’unica che ha i conti in ordine”. La stessa Lega chiede le dimissioni di Formigoni, che, dopo le dimissioni presentate dagli assessori leghisti alla giunta regionale lombarda, paventa la possibilità che possano esserci ripercussioni anche in Piemonte e in Veneto, perchè, ha affermato, “le tre giunte sono figlie dello stesso accordo politico“.
Il segretario del Pdl Angelino Alfano, ai microfoni di “Radio anch’io”, ha preso le difese del governatore lombardo, affermando: “Lavoriamo per evitare che cada la Regione Lombardia. Il presidente Formigoni farà cose talmente forti da rimettere in moto la Regione Lombardia. Penso che il presidente Formigoni debba azzerare tutto e ricominciare da capo, dare un segnale di cesura”.Riguardo alla possibilità che la caduta del governo lombardo possa avere ripercussioni sulle giunte regionali piemontesi e venete, Alfano ha poi affermato: “Non è una minaccia, è un patto politico assunto alle elezioni regionali” con la Lega.

Roberto Formigoni

‘Ndrangheta, arrestato assessore regionale lombardo

Sembrano non avere fine gli scandali che coinvolgono le amministrazioni locali, in particolare le Regioni. Oggi Domenico Zambetti, 60 anni, Pdl, assessore alla casa della Regione Lombardia, è stato arrestato con le accuse di voto di scambio, concorso esterno in associazione mafiosa (contestato dal 2009) e  corruzione. L’inchiesta sull’assessore Zambetti rappresenta un duro colpo per una giunta regionale come quella lombarda, il cui presidente Roberto Formigoni è indagato per corruzione assieme ai faccendieri Simone e Daccò, e dove si sono avuti altri arresti per appalti e inchieste per tangenti.
Per adesso, Formigoni non sembra intenzionato a dimettersi, ma il suo principale alleato, la Lega, minaccia le dimissioni di tutti i suoi consiglieri e assessori. Zambetti avrebbe in pratica  pagato due “colletti bianchi” della ‘ndrangheta per la somma totale di duecentomila euro per avere un certo numero di voti sicuri. Uno di questi due “colletti bianchi” sarebbe Giuseppe D’Agostino, esponente della cosca calabrese Morabito-Bruzzaniti di Africo; l’altro sarebbe un referente del clan “Mancuso” di Palmi, Eugenio Costantino.