Banca Popolare di Bari risponde alla Consob in merito a presunte violazioni riscontrate da quest’ultima nei periodi tra il 2014-16.
“La decisione della Consob – rende noto la Popolare di Bari -, oltre a non apparire fondata nel merito, riguarda in massima parte aspetti procedurali già oggetto di precedenti, approfondite ispezioni, in particolare quella avvenuta nel 2013. La decisione non tiene conto del fatto che le concrete modalità operative sono state in piena trasparenza continuamente condivise con l’Autorità, che ha avuto modo di conoscerne ogni aspetto di dettaglio, nel contesto di una continua e intensa interlocuzione, in particolare in occasione degli aumenti di capitale 2014 e 2015, funzionali al salvataggio del Gruppo Tercas”.
La Banca ritiene di non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza e di aver subito un provvedimento sanzionatorio a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e, comunque noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo.
La questione nasce in merito alle sanzioni per presunte per irregolarità compiute dalla Popolare di Bari e contenute in due delibere approvate a metà settembre dalla Consob. Il contenuto di queste due delibere è stato pubblicato dai giornali alcuni giorni fa.
“La Banca esprime anzitutto sorpresa e rammarico per la diffusione, con dovizia di particolari tuttavia estrapolati rispetto a un contesto generale ben più ampio, di informazioni riservate riferite a rapporti diretti tra l’Autorità e l’intermediario vigilato”, si legge in un comunicato diramato dalla Popolare di Bari.
La Banca puntualizza che la Consob non ha “bloccato la vendita di azioni”, così come “le sanzioni – erroneamente ed in eccesso quantificate in 2,6 milioni – non sono state comminate ‘alla famiglia Jacobini e all’ex dg De Bustis’, bensì a circa 20 esponenti ed ex esponenti e alla Banca stessa, oltre che a riferirsi a due distinti procedimenti”.
“In merito ai procedimenti sanzionatori deliberati da Consob – osserva l’istituto creditizio di Bari -, già il bilancio 2017 della Banca (relazione e nota integrativa) informava dell’avvio, da parte di Consob, di tre distinti procedimenti, a seguito degli esiti dell’ispezione sui servizi di investimento condotta da Banca d’Italia, su mandato della stessa Consob, tra giugno e novembre 2016. Peraltro la Banca aveva subito una ispezione sui servizi di investimento a inizio 2016, con esiti che possono essere ritenuti positivi e che avevano pertanto rassicurato la Banca sulla sostanziale correttezza delle proprie prassi operative”.
Tra le varie osservazioni della Banca Popolare di Bari emerge che il fenomeno dei “finanziamenti baciati non esiste e questo è confermato anche dalle risultanze delle approfondite verifiche effettuate nell’ispezione della Banca d’Italia”.
A proposito dei “finanziamenti baciati” nel comunicato della Banca si legge: “Le indagini interne hanno autonomamente rilevato un numero molto contenuto di fenomeni che la Banca stessa ha ritenuto di evidenziare, come peraltro riportato anche nel fascicolo di bilancio 2017. I 10 fenomeni, rilevati dalla Banca, si rapportano ad oltre 16.000 operazioni perfezionate nell’ambito dei due aumenti di capitale. Non è inoltre vero che tali operazioni riguardavano soggetti con profili di rischio non adeguato”.
Banca Popolare di Bari ha già inviato alla Consob una propria memorie difensive, corredate da tutta la documentazione necessaria per rappresentare la propria posizione. Inoltre, ritenendo queste sanzioni ingiuste, farà valere le proprie ragioni nelle sedi competenti.