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Il Senato respinge le mozioni di sfiducia al governo

Il Senato respinge le mozioni di sfiducia al governo

Il Senato ha respinto, martedì, le due mozioni di sfiducia presentate contro il governo dal Movimento 5 Stelle e da Forza Italia, Lega Nord e Conservatori e Riformisti, rispettivamente con 183 no e 96 si e 180 no e 93 si. Entrambe le mozioni traggono origine dall‘inchiesta “Tempa Rossa” che ha portato alle dimissioni del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi: la mozione dei grillini, però, evidenziava soprattutto i presunti rapporti dell’esecutivo con le lobby, parlando di possibili conflitti di interesse e tirando in ballo anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, il sottosegretario di Stato pro tempore per lo sviluppo economico, Simona Vicari, il sottosegretario di Stato per la salute, Vito De Filippo, e il capo di Stato maggiore della Marina militare, Giuseppe De Giorgi. La mozione del centrodestra, invece, lamentava soprattutto la mancanza di dibattito parlamentare, distinguendo il piano giudiziario da quello politico e sostenendo che l’esecutivo appare totalmente inadeguato e non convince per tutta la sua politica economica, per la conduzione della politica estera, per la totale assenza di tematiche risolutive sul Mezzogiorno“.

Il premier Matteo Renzi ha replicato alle accuse dei berlusconiani affermando: “Questo Parlamento sta facendo quello che si era impegnato a fare e questo governo sta rispettando gli impegni presi con il Parlamento”. Renzi ha poi alzato i toni, suscitando le proteste delle opposizioni e ricevendo applausi non solo dal Pd, ma anche dal centrodestra, quando, rispondendo alla mozione del Movimento 5 Stelle, ha toccato il nodo cruciale del rapporto tra magistratura e politica, spiegando: Io sono per la giustizia, non per i giustizialisti. L’Italia ha conosciuto figure di giudici eroi ma ha conosciuto negli ultimi 25 anni pagine di autentica barbarie legate al giustizialismo. L’avviso di garanzia è stata una sentenza mediatica definitiva, vite di persone perbene sono state distrutte mentre i delinquenti avevano il loro guadagno nell’atteggiamento populista di chi faceva di tutta l’erba un fascio“.

Il presidente del Consiglio ha quindi mandato su tutte le furie i grillini quando ha minacciato querele contro di loro, dicendo: “Credo che in questa inchiesta di Potenza l’unico strascico penale ci sarà quando vi chiameremo a rispondere della diffamazione fatta contro il Partito Democratico“. L’intervento di Renzi ha invece ricevuto il plauso del verdiniano Lucio Barani di Ala, che ha affermato: “Le affermazioni del presidente del Consiglio in tema di giustizia ricalcano quanto sostenuto anni fa da Craxi, si tratta di quelle riforme in materia giudiziaria fondamentali per il Paese che purtroppo i governi Berlusconi non sono riusciti a portare a compimento”.

D’accordo con il premier anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che, interpellato in Senato sulle critiche di Renzi al giustizialismo, ha affermato: “Vengono pubblicate anche intercettazioni manipolate, pezzi di conversazioni estrapolate dal contesto. Com’è successo al mio consigliere D’Ambrosio che ci ha rimesso la pelle con un attacco cardiaco. E io certe cose non le dimentico“. Il leader del M5S Beppe Grillo, invece, è andato all’attacco dell’esecutivo scrivendo su Twitter e sul suo blog: “Oggi in Senato si vota sfiducia al Governo proposta da M5S. #Sfiduciamoli. Per occuparci dei cittadini, non delle lobby”. Intanto le opposizioni hanno depositato in Cassazione le firme necessarie a chiedere il referendum sulla riforma costituzionale, che si dovrebbe tenere ad ottobre e per il quale anche la maggioranza dovrebbe consegnare mercoledì le firme.

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