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Baltimora, coprifuoco e tensioni fra afro-americani e polizia

Baltimora, coprifuoco e tensioni fra afro-americani e polizia

La morte di Freddie Gray, 25 anni, arrestato per motivi non resi noti e deceduto il 19 aprile mentre era in custodia per lesioni alla spina dorsale, continua a scatenare la protesta della popolazione afro-americana di Baltimora, dopo la rivolta nella notte di lunedì 27, dopo il funerale ,che ha provocato 17 feriti e la messa a ferro e fuoco di interi quartieri, con la distruzione di parecchie abitazioni e negozi. La città è presidiata dalla polizia e dalla guardia nazionale, e vi è stato indetto il coprifuoco dalle 22 alle 5, ma anche in altre città americane si sono tenute marce e sit-in di solidarietà con la comunità di colore di Baltimora.
Ancora una volta, infatti, la polizia americana è ritenuta responsabile della morte di un giovane di colore, e questo avviene dopo quanto accaduto nove mesi prima nel Missouri, a Ferguson. Stavolta però succede non nel profondo sud, ma quasi nei pressi della Casa Bianca, in una città di oltre 600.000 abitanti, dove anche il sindaco è una donna di colore, l’avvocato Rawlings-Blake, e che dista solo 80 Km da Washington, dove un altro uomo di colore rappresenta la massima carica politica d’America.
Sembra una contraddizione, da una parte una popolazione di giovani neri che si sentono emarginati, senza futuro, e trattati con durezza da una polizia in cui anche alcuni capi sono di colore. Evidentemente, all’interno di una situazione tradizionalmente più difficile per gli afro-americani, si è creata una frattura tra coloro che sono comunque riusciti ad emergere e chi invece non riesce a sollevarsi da una vita mediocre. Il sindaco, avvocato, donna di successo, impressionata da quanto accaduto negli ultimi giorni,  ha dichiarato: ” Ma non si rendono conto che i primi a subire i danni per quello che fanno sono proprio loro, gli abitanti di quei quartieri che cercano di distruggere“.
Il problema è che chi ha poco o nulla da perdere, non  segue lo stesso ragionamento. Ancora più dure le parole di Obama, per il quale la questione razziale è particolarmente sentita: “Questi non protestano, rubano, sono gruppi criminali e vanno trattati come tali. Ma dietro queste violenze c’e’ un problema vero, che esige la nostra attenzione”. E’ invece diventata un simbolo della ricerca di una soluzione pacifica alla scontro razziale la mamma ripresa mentre prende a schiaffoni e spintoni il figlio dopo averlo visto lanciare le pietre contro la polizia: “E’ il mio unico figlio. E alla fine della giornata non voglio che diventi un altro Freddie Gray” ha spiegato la donna in un’intervista alla Cbs.

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