I lavori per la galleria inizieranno nel 2013 ed il cantiere principale satà aperto a Saint Martin La Porte. Grande passo avanti fortemente voluto da Laurence Parisot, presidente della confindustria francese (Medef) e di 40 parlamentari di vari schieramenti della Savoia, Rhòne Alpes e Loira. Finalmente quindi l’Eliseo si è deciso ed ha dato il via libera all’intesa con l’Italia sulla Torino-Lione.
Altero Matteoli, ministro delle infrastrutture, ed il suo omologo francese Thierry Mariani hanno raggiunto un accordo sulla ripartizione dei costi e Roma avrebbe ottenuto bel 320 milioni di sconto rispetto alla prospettiva iniziale. L’accordo permetterebbe ai due paesi di sbloccare bel 624 milioni di euro di finanziamento stanziati dalla Commissione Europea per le grandi opere come la Tav. Finalmente definita quindi la data d’inizio per i lavori che costruiranno il tunnel lungo 57 km fra Italia e Francia.
Il nodo da definire è il soggetto che gestirà i cantieri, probabilmente la società avrà come nucleo fondante la Lyon Turin Ferroviarie, che per ora era incaricata sol di progettare il tracciato. Ltf porterebbe anche le soluzioni giuridiche ed operative che permetteranno di iniziare i lavori in Francia, lavori che saranno definiti in un progetto “low cost” da realizzarsi in due fasi: la prima con il tunnel e le due stazioni internazionali (Saint Jean de Maurienne e Susa), la seconda con i tunnel di Belledonne e Glandon in territorio francese e solo come obiettivo facoltativo la galleria dell’Orsiera in Valsusa.
I governi non intendono affidare l’appalto ad un solo “general contractor, ma hanno intenzione di suddividere il lavoro in lotti funzionali, circa una decina da 800 milioni l’uno per un costo complessivo di 8,2 miliardi di euro. Questa scelta rende molto più semplice portare avanti i lavori, ma l’Italia è comunque in ritardo per via dell’opposizione dei No Tav. L’opposizione insiste nell’impedire l’insediamento del cantiere di Chiomonte e Palazzo Chigi spiega: “l’impossibile per garantire un avvio parallelo dello scavo del tunnel di base”, Matteoli insiste: “l’accordo consente di rispettare gli impegni con la Commissione europea, da cui l’Italia e la Francia si attendono un forte sostegno finanziario per realizzare un’opera che ha un valore strategico per tutta l’Europa”.
Commissione europea che si riunirà il 19 ottobre per decidere l’assegnazione dei fondi comunitari, che in quest’opera dovrebbero raggiungere in totale 2,4 miliardi di euro. Grande collaborazione e la formazione di un vero e proprio asse Roma-Parigi per ottenere questi fondi, il cui stanziamento è quasi certo ormai. Per confermare questi stanziamenti i ministri delle infrastrutture dei due paesi scriveranno una lettera al commissario Siim Kallas in cui illustreranno i contenuti dell’accordo politico e sulla ripartizione dei costi stabiliti nel trattato. L’Italia metterà a disposizione 3,32 miliardi, la Francia 2,44 miliardi. Matteoli si è dimostrato estremamente soddisfatto ed ha annunciato che ben 300 milioni di euro sono stati risparmiati con questo accordo e che con questo trattato si stabilisce un equilibrio che mette i due paesi al 50% nella ripartizione dei costi.
Adesso c’è solo da risolvere il problema dei manifestanti, i quali annunciano nuove manifestazioni sulla Maddalena e non sembrano affatto ottimisti come Matteoli per il futuro dei cantieri. Si temono nuovi scontri come quelli dei mesi scorsi e la Digos è continuamente al lavoro, solo nell’ultimo mese sono state fermate diverse decine di persone con armi improprie come: spranghe, coltelli, taglierini, fionde con proiettili di metallo e pietre. Continue le polemiche come quelle che coinvolsero anche Fabio Fazio per via delle affermazioni del meteorologo Mercalli nella sua trasmissione Rai (Che tempo che fa’), polemiche riguardanti il comportamento della polizia nell’affrontare le manifestazioni, spesso violente, dei contestatori. Matteoli sembra però ottimista e sembra ritenere che gli incidenti con vandalismi e feriti siano solo un triste ricordo del passato.