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Muore in motorino, madre deve pagare lavaggio del sangue in strada

Muore in motorino, madre deve pagare lavaggio del sangue in strada

Una vicenda assurda e che è destinata a sdegnare non poco l’opinione pubblica. Il 30 agosto 2009 Valerio Leprini, 15 anni, morì in un maledetto incidente stradale, dopo essere caduto dal suo scooter in via del Fontanile Anagnino, a Roma. Con la testa colpì un palo dell’illuminazione pubblica che non doveva esserci. Si scoprì che siffatto palo era irregolare, senza permessi, in un punto pericoloso e senza le dovute protezioni.

Valerio morì. Certamente non è dato sapere se, qualora il palo non ci fosse stato, Valerio oggi sarebbe vivo. Ma rimane il fatto che quel palo non doveva esserci in quel punto e che proprio lì Valerio è caduto rompendosi la testa. Per questo fatto, tre vigili e un funzionario del X municipio sono imputati per omicidio colposo.

Cadendo con la testa contro il palo, però, Valerio sporcò di sangue tutta la strada circostante. La strada andava dunque pulita. Non solo per questioni legate alla sicurezza, come ha spiegato l’Ama, l’azienda che cura la pulizia delle strade di Roma, ma anche per spirito di umanità. Essendo una pulizia alquanto complessa, occorse una macchina particolare per togliere tutto quel sangue dalla strada. In poche parole oltre 700 euro il costo del lavaggio.

Quello che però nessuno si sarebbe mai aspettato è che tale conto fosse recapitato alla madre di Valerio che, oltre a dover fare i conti con il dolore causato dalla perdita dell’amato figlio, deve ora affrontare quella che sembra una beffa bella e buona.

Alessandra Mezzetti, madre di Valerio, racconta:

Allora non ebbi la forza di reagire, il dolore era troppo forte: pagare per lavare la strada dal sangue di mio figlio per ‘questioni di sicurezza’ perché la carreggiata poteva essere scivolosa. Valerio morì sbattendo la testa su un palo dell’illuminazione pubblica fuorilegge e venivano a chiedere a me del denaro per ‘questioni di sicurezza’? Dovevano utilizzare un macchinario particolare per ripulire il tratto stradale, così c’era scritto nella lettera che mi inviarono e per questo veniva giustificata una simile spesa.

Si chiede ancora la donna:

Dove è la sensibilità da utilizzare in simili circostanze? Sapevano ciò che era successo, tanto vale che mi piantassero un coltello sul petto..Non sono già abbastanza salate le bollette che paghiamo all’Ama per la pulizia della strada, adesso ci vogliono anche ulteriori 725 euro da Sicurezza e Ambiente quando ti muore un caro in un incidente stradale…..A questo punto non mi stupirei se un domani mi dovessero chiedere di risarcire il palo dell’illuminazione pubblica ammaccato dalla testa di mio figlio.

 

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