Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
Terremoto in Emilia, varato il decreto ricostruzione

Terremoto in Emilia, varato il decreto ricostruzione

E’ stata approvata per decreto l’istituzione del Fondo per la ricostruzione delle aree terremotate colpite dal sisma dello scorso 20 e 29 maggio. Il Presidente del Consiglio Mario Monti, in collaborazione con il Ministero dell’Economia, ha approvato la proposta di ripartizione dei fondi avanzata dai presidenti delle Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, basata sull’entità dei danni riscontrati. Il comunicato emanato da Palazzo Chigi rende noto che la suddivisione del fondo dunque sarà fatta per il 95% in favore dell’Emilia Romagna, per il 4% in favore della regione Lombardia e per l’1% in favore del Veneto. Per i due anni successivi sarà necessario invece rideterminare la ripartizione sulla base di una nuova e definitiva valutazione dei danni da parte delle regioni stesse.

 

Poiché il fondo non dispone di risorse sufficienti per risarcire interamente i danni subiti, per garantire la parità di trattamento tra i soggetti richiedenti, verranno erogati contributi fino all’80% del costo sostenuto e riconosciuto dei lavori di rifacimento o ristrutturazione ai proprietari degli immobili in cui era presente l’abitazione principale; parimenti, un contributo fino all’80% del costo sostenuto e riconosciuto per effettuare i lavori verrà riconosciuto inoltre ai titolari di attività produttive per la ricostruzione o ristrutturazione degli immobili destinati ad uso produttivo e degli impianti. I fondi verranno corrisposti per un periodo di quattro anni a partire dal momento in cui i contributi verranno riconosciuti agli aventi diritto.


La nota di Palazzo Chigi si sofferma infine sulle modalità di reperimento dei fondi, i quali, stando a quanto si legge, verranno reperiti fino a un limite di 500 milioni di euro dalle accise sul costo della benzina, dal Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea e dalla somma ricavata mediante la riduzione dei contributi pubblici in favore dei partiti e dei movimenti politici. Per il 2013 e il 2014 è previsto inoltre un miliardo all’anno di introiti provenienti dalla riduzione della spesa pubblica.

Lascia un commento