Le relazioni diplomatiche iraniane stanno rapidamente crollando da quando l’Aiea ha fatto il suo rapporto secondo cui lo sviluppo nucleare del paese sarebbe compatibile con la costruzione di armi nucleari. Non solo Israele come di norma ha minacciato interventi militari, chiedendo all’Onu ed agli Stati Uniti di aiutarlo, ma anche un numero sempre crescente di nazioni, compresi gli alleati dello stato islamico, si trovano in accordo sul comminargli sanzioni.
Oggi è la volta della Gran Bretagna, che dopo una breve attesa si è schierata nettamente a favore di gravi sanzioni se il paese guidato dagli ayatollah non rinuncia immediatamente al suo programma nucleare. Dal canto suo Teheran ha sempre sostenuto che il programma atomico serve solo a generare energia a scopi civili e che nessuna arma con questa tecnologia è in programma nel proprio paese.
In seguito alle azioni del Regno Unito, che ha varato già le sue personali sanzioni, il parlamento iraniano ha deciso di approvare la riduzione delle relazioni diplomatiche ed economiche con quel paese. La decisione è stata approvata a larga maggioranza, dopo di che l’assemblea ha iniziato un dibattito per fissare i dettagli di questa legge, che potrebbe come minimo far ritirare gli ambasciatori da Londra e cacciare quelli anglosassoni da Teheran, mentre nella peggiore delle ipotesi si potrebbe arrivare anche al blocco dell’importazione di petrolio.
La situazione del medio oriente continua a complicarsi, ma dei miglioramenti sarebbero possibili se le due superpotenze orientali, la Russia e la Cina, non fossero così restie a promuovere sanzioni nei confronti di Teheran. Il vero problema è che questi due colossi hanno ampi interessi in questo programma nucleare, in quanto hanno venduto loro le tecnologie ed i materiali necessari a farlo iniziare e per molti altri anni ancora proseguire le operazioni per costruire centrali nucleari. Per il momento la mancanza di incisività degli Stati Uniti sembra preoccupare più della cattiva volontà di Cina e Russia.