Centinaia di civili inermi – oltre 200 persone – sono stati massacrati in Siria, durante la giornata di ieri. L’accaduto è stato denunciato dagli attivisti anti-regime – contro l’esercito del presidente Bashar al Assad – che hanno riferito il luogo della strage: Tremseh, nella provincia orientale di Hama. I resoconti degli attivisti non sono ancora del tutto completi, in quanto “stiamo contando i cadaveri“, comunicano alcune fonti nel villaggio.
La TV siriana ha confermato il massacro, affermando che sarebbero circa un migliaio le vittime coinvolte a causa di “gruppi terroristi” che “in combutta con alcuni media” vogliono “incitare l’opinione pubblica“.
Intanto, i Comitati di Coordinamento Locale (LCC) continuano a fornire una lista dettagliata delle vittime sul proprio sito web e parlano di un bombardamento dei militari – a Tremseh, durato almeno 7 ore – che “hanno circondato la cittadina, chiudendo tutte le vie di accesso“. Successivamente, le milizie degli Shabiha – paramilitari filo-governo – pare abbiano ucciso chiunque incontrassero sul proprio cammino a colpi di coltello ed armi da fuoco, comprese intere famiglie rintanate nelle proprie abitazioni. La TV di Stato afferma, invece, che i militari siriani sono intervenuti nella città “dopo una richiesta dei residenti“.
Gli attivisti, intanto, stanno diffondendo le immagini della strage sul web: foto e video che mostrano ospedali, scuole e moschee distrutte. L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani – a Londra – ha confermato il bombardamento e ha parlato di oltre 150 morti, quasi tutti civili.
Il Consiglio Nazionale Siriano (CNS) ha chiesto una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, chiedendo che si raggiunga il paese e che venga verificata la strage: “Noi non consideriamo il mostro Bashar come il solo responsabile dell’orribile crimine, ma anche Kofi Annan, i russi, gli iraniani e tutti i paesi del mondo che pretendono di essere responsabili della protezione della pace e della stabilità nel mondo e che, poi, rimangono in silenzio“, hanno affermato i Fratelli Musulmani della Siria.