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Salemi, il comune di Sgarbi verso scioglimento per mafia

Salemi, il comune di Sgarbi verso scioglimento per mafia

Nel giugno 2011 l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni, su richiesta del prefetto di Trapani Marilisa Magno, aveva inviato degli ispettori per compiere l’accesso agli atti del Comune di Salemi. Il lavoro è stato portato a termine. Un vice prefetto, un commissario di Polizia e un tenente dei carabinieri, sono giunti alla conclusione che l’amministrazione del sindaco Vittorio Sgarbi “è stata oggetto di infiltrazione mafiosa”. Il nuovo ministro dell’Intero, Annamaria Cancellieri, deve ora decidere l’eventuale commissariamento del comune siciliano per inquinamento mafioso.

Gli ispettori hanno accertato che la Giunta e il Consiglio comunale, nonché i burocrati, hanno subito pressioni e influenze di tipo mafioso mafioso. Nella relazione presentata al ministro dell’Interno, c’è anche una forte critica sulle modalità di amministrare la cosa pubblica: costose consulenze da una parte, incapacità di pagare i creditori dall’altra parte.

Sgarbi, dopo essere stato assessore al comune di Milano, giunse in Sicilia e si candidò anche per volontà dell’on. Giammarinaro, già indagato per presunte vicinanze alla mafia. Il critico d’arte, appena eletto, ringraziò dal palco proprio l’uomo che aveva puntato su di lui e lo difese dalle accuse di mafia. Sgarbi, dal canto suo, ha sempre considerato strumentali le polemiche relative alle infiltrazioni di Cosa nostra nel suo comune.

Il Sindaco ha recentemente affermato che “nessun atto della Pubblica Amministrazione è stato determinato dal benché minimo intervento o sollecitazione esterna”. Eppure il noto fotografo Oliviero Toscani, ex componente della giunta di Salemi,  aveva detto di essersi dimesso per le pressioni della criminalità organizzata. L’artista aveva definito “mafioso” il “contesto territoriale” e attaccava Giammarinaro: “partecipava e assumeva decisioni senza averne alcun titolo”.

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