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Rossella Urru finalmente libera

Rossella Urru finalmente libera

E’ finalmente libera la cooperante italiana Rossella Urru, rapita nella notte fra il 22 e il 23 ottobre in Algeria da un pericoloso gruppo islamico insieme ai suoi due compagni, i cooperanti spagnoli Ainhoa Fernandez de Ruincon e Eric Gonyalons, anch’essi rilasciati.
Sin da questa mattina circolava la notizia della loro probabile liberazione, annunciata nel pomeriggio dal portavoce dell’organizzazione radicale islamica Ansar Al Din, Sanda Ould Boumama.

 
La Farnesina ha atteso qualche ora per le opportune verifiche, prima di dare la conferma ufficiale, arrivata intorno alle 20 per bocca del ministro degli Esteri Giulio Terzi, le cui esatte parole sono state: “Rossella Urru è stata liberata, si tratta di una bellissima notizia”.
La trentenne di Samugheo, in provincia di Oristano, dopo il rilascio è stata affidata ai mediatori, pertanto finora non è stato possibile raggiungerla telefonicamente per lasciarla parlare con i genitori, presenti alla Farnesina in compagnia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha espresso “gioia e sollievo” in merito alla vicenda, da lui personalmente seguita in questi nove mesi della prigionia di Rossella.
A Salmugheo, suo paese natale, la notizia della liberazione è stata accolta con caroselli d’auto e campane che suonavano a festa.

 
Il rapimento dei cooperanti dal campo Rabouni, a Tindouf, dove vive la più numerosa comunità di saharawi, abitanti dell’ex Sahara spagnolo che non accettano la sovranità marocchina, ha destato grande attenzione e preoccupazione per questo gruppo armato, il Mujao, inizialmente sconosciuto ma che ora si è scoperto possedere una grande quanto sospetta disponibilità di denaro e armi.
Secondo gli esperti, l’alleanza islamica presente nel nord del Mali si è organizzata con una ripartizione dei compiti fra i diversi gruppi: l’ala militare è rappresentata dal gruppo Aqmi, l’Ansar Dine impone la sharia nelle regioni “liberate”, mentre il Mujao si occupa dei sequestri.

 
Nei mesi scorsi il Mujao aveva chiesto trenta milioni di euro per la liberazione di Rossella Urru e Ainhoa Fernandez de Rincon, mentre aveva minacciato l’eliminazione del secondo spagnolo, Gonyalons, con l’intenzione di indurre la Spagna a cedere al ricatto. Dopo il diniego ufficiale, è seguito un periodo di silenzio, in cui è lecito pensare che vi siano stati contatti segreti fra il gruppo islamico e i mediatori. Non si conoscono gli accordi intervenuti per il rilascio, ma l’attivista mauritano Najib Tawal Ould ha riferito ad Aki che nella notte è stato scarcerato il saharawi Maminna Ould Faqir, arrestato a dicembre in Mauritania con l’accusa di aver fatto parte del commando che ha rapito i tre cooperanti.
Dell’uomo si sa solo che ha lasciato il carcere centrale di Nouakchott ed è stato accompagnato dalle autorità mauritane in una località ignota. “Quello che è certo è che il suo nome faceva parte della lista dei detenuti salafiti da liberare in cambio della Urru, avanzata dal Mujao”, ha affermato l’attivista, sebbene non possa dirsi certo che sia avvenuto uno scambio con i cooperanti tenuti in ostaggio.
Quel che è invece certo e che la famiglia di Rossella attende adesso che la figlia voli a Roma per poterla riallacciare.

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