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Riforma forense, la Camera dice sì: nuove regole sul tirocinio

Riforma forense, la Camera dice sì: nuove regole sul tirocinio

In prima lettura la Camera ha dato il suo via libera alla tanto attesa riforma forense, portatrice di norme destinate ad aggiornare profondamente le regole professionali dell’Avvocatura. Nell’aula di Montecitorio, al momento del voto, sono stati registrati 395 voti favorevoli, 7 contrari e 14 astenuti. L’articolo 46, relativo alle sessioni degli esami di abilitazione degli esami di abilitazione, è stato invece stralciato dal provvedimento. In base a un emendamento dei Radicali la cadenza degli esami non era più annuale, ma semestrale, determinando quinti oneri finanziari più gravosi per la finanza pubblica. Da qui la necessità di stralciare queste norme, oggetto di un provvedimento ad hoc. Il ddl passa ora all’esame del Senato.

Una delle principali novità della riforma è rappresentato dall’inserimento delle attività di consulenza legale e assistenza legale stragiudiziale tra le attività riservate in esclusiva agli avvocati. Nuova regolamentazione anche per le società tra avvocati, demandata a un decreto legislativo da emanare entro un anno. In ogni caso, tali società, non potranno avere carattere multi-disciplinare. Nel testo viene anche definito anche l’obbligo di formazione continua, mentre per quanto riguarda il fronte compensi viene introdotto il principio di libera determinazione tra le parti, salvo il ricorso ai parametri ministeriali in caso di disaccordo.

La riforma definisce in maniera più rigorosa il tirocinio professionale ed il regime di incompatibilità per il praticante. Nel dettaglio il praticante dovrà percepire un compenso, a partire dal secondo mese di tirocinio, la cui entità è nel minimo ancorata ai contratto collettivo nazionale per gli apprendisti degli studi professionali. In arrivo anche modifiche alla disciplina del procedimento disciplinare, con l’attribuzione della competenza ad un organo distrettuale.

Questi alcuni dei punti principali dela riforma che, per una volta tanto, è stata accolta in modo positivo da gran parte delle associazioni professionali degli avvocati. L’Unione camere penali, “pur ribadendo la necessità di modificare il regime della specializzazione“, si è mostrata favorevole al voto della Camera.

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