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Semipresidenzialismo: approvata elezione diretta del Capo dello Stato

Semipresidenzialismo: approvata elezione diretta del Capo dello Stato

Il 24 luglio potrebbe diventare una data storica, visto che a Palazzo Madama è passato l’emendamento Gasparri-Quagliariello al ddl riforme, che introduce l’elezione diretta del Presidente della Repubblica.
Non la pensa così il leader del PD Pierluigi Bersani, che di fronte ai cronisti l’ha definito “un diversivo senza costrutto”, per poi aggiungere: “spero solo che questo gesto irresponsabile, inutile e inconcludente non ci faccia deragliare da quello che dobbiamo fare subitissimo: la riforma elettorale“.

 
Durante la votazione, che ha visto passare l’emendamento sul semipresidenzialismo grazie ai voti di Pdl, Lega e Coesione nazionale, i senatori del Partito Democratico e dell’Italia dei Valori avevano abbandonato l’aula.
Maurizio Gasparri (PdL) invece non ha dubbi:

“E’ un voto storico. Una scelta che guarda al futuro, ad un rafforzamento della democrazia diretta e dei sistemi di partecipazione dei cittadini alla vita delle istituzioni”.

Il segretario del PdL Angelino Alfano considera l’elezione diretta del Capo dello Stato “una grande chance per il Paese” e sottolinea “la necessità di approvare subito una legge elettorale”.

Su questo punto Alfano e Bersani sono concordi: le elezioni anticipate sono inutili se non si fa prima una seria riforma elettorale.
In quest’ottica Bersani lancia le sue proposte: “Noi ci presentiamo in modo assolutamente flessibile, con due paletti, il premio di governabilità e collegi, siamo disposti a ragionare. Il problema è vedere non cosa si fa ma se si vuole fare. Attendiamo notizie”.
Chi invece richiede a gran voce le elezioni anticipate è il leader dell’IdV Antonio Di Pietro, il quale afferma:

“Prima che scoppi la rivoluzione e la gente scenda di piazza coi forconi andiamo a votare. Non esiste più una maggioranza in questo Parlamento, ma solo morti che camminano e che hanno paura perché sanno che verranno mandati a casa a calci nel sedere, qualsiasi sia la legge elettorale”.

Contestualmente al semipresidenzialismo, è stato approvato un altro emendamento presentato da Gasparri e Quagliariello, il quale prevede che la presidenza del Consiglio superiore della magistratura non venga più attribuita al Presidente della Repubblica, ma al primo presidente della Corte di Cassazione.

 
Poco prima aveva avuto luogo anche l’approvazione dell’art.7 del ddl riforme, che rappresenta la fine del bicameralismo perfetto, optando per una diversificazione per competenze tra Senato e Camera. Si sono espressi a favore 120 senatori, quelli di Pdl e Lega, 23 contrari e 11 astenuti, mentre anche in questa occasione i senatori del Pd e di Idv si sono allontanati dall’aula in segno di protesta dato che la proposta Pd-Idv di sospendere i lavori sul provvedimento era stata respinta.

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