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Riforma delle carceri: subito fuori 3300 detenuti

Riforma delle carceri: subito fuori 3300 detenuti

Il decretosvuota carceri” è stato approvato ieri in Consiglio dei ministri, come ha indicato il ministro della Giustizia Paola Severino, la quale ha risposto agli appelli dell’amministrazione carceraria che da tempo insiste sulla mancanza di spazio e personale per gestire una popolazione di detenuti di gran lunga superiore ai mezzi in proprio possesso. Fra i provvedimenti futuri sono previsti altri due decreti legge, un disegno di legge, un decreto del presidente della Repubblica ed un decreto legislativo. Insomma un bel po’ di misure per quello che la Severino ha definito “qualcosa per cominciare nel poco tempo concesso a questa legislatura“!

Il primo effetto, fra i più contestati, ma anche necessario, di questo decreto sarà l’uscita progressiva dal carcere di 3300 detenuti, che sarà principalmente effetto di un aumento della pena residua che sarà possibile scontare ai domiciliari fino a 18 mesi. L’altro è più importante effetto sarà quello di annullare il cosiddetto “effetto porte girevoli“, cioè di quei condannati che dovrebbero entrare in carcere per pochi giorni, quelli necessari all’immatricolazione, per poi essere rilasciati od inviati ai domiciliari. Con quest’ultimo effetto si calcola che si libereranno oltre 21000 posti nelle carceri.

Uno sfoltimento della burocrazia è la sostanza del decreto, che tuttavia per il ministro della Giustizia è comunque solo un primo passo e non la soluzione definitiva del problema, che arriverà con l’investimento e lo sblocco di fondi per circa 56 milioni di euro per terminare o mettere in funzione nuove strutture ed assumere nuovo organico nei ranghi della polizia carceraria.

Questo provvedimento, ha detto la Severino: “testimonia l’attenzione del governo per i problemi dell’edilizia carceraria ed io stessa darò conto di ogni euro dello stanziamento che ci è stato affidato” ha spiegato anche a chi teme che questi fondi risultino insufficienti per la solita dispersione che attraversano prima di passare dallo stato alla realizzazione effettiva dell’opera auspicata.

A chi gli chiede se l’amnistia sia ancora una delle soluzioni possibili per tamponare l’emergenza il guardasigilli ha risposto: “io non ho mai escluso che l’amnistia e l’indulto possano essere mezzi che contribuiscano allo svuotamento delle carceri, però non si tratta di un provvedimento di matrice governativa. Sarà il parlamento a decidere e se lo farà, con la maggioranza qualificata che serve, io non lo contrasterò”.

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