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Emergenza carceri: muore in cella, la madre accusa: “Ucciso”

Emergenza carceri: muore in cella, la madre accusa: “Ucciso”

E’ sempre più emergenza carceri. A poche ore di distanza dal discorso di fine d’anno in cui il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano definiva “l’emergenza della condizione disumana delle carceri e dei carcerati uno dei limiti del nostro vivere civile” si deve purtroppo aggiornare il dato sulle  morti dietro le sbarre.

È successo anche nell’ultima notte dell’anno. Altre due morti. Un detenuto di 34 anni, di Lecce, è morto ieri nel carcere di Trani per cause in corso di accertamento. Nel carcere torinese delle Vallette un detenuto romeno di 37 anni in attesa di giudizio si è suicidato poco prima della mezzanotte, impiccandosi con un lenzuolo . Ormai sono ben 183 i detenuti morti in carcere durante tutto il 2011, e siamo a 1929 morti dal 2000 a oggi.

A Trani la Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta sulla morte in carcere del detenuto Gregorio Durante, di 34 anni, di Nardò (Lecce), dopo una denuncia presentata dai familiari. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo a carico di sconosciuti. I suoi parenti avevano da tempo chiesto la scarcerazione per motivi di salute. L’uomo, infatti, aveva visto peggiorare in carcere le sue condizioni di salute, in seguito ai postumi di encefalite virale. Ma negli ultimi tempi le sue condizioni erano peggiorate,  era stato accusato di aver simulato una malattia e quindi costretto a stare tre giorni in isolamento diurno.

Queste le parole della madre Ornella: “Me lo hanno ucciso,  me lo hanno fatto morire in cella da solo come un cane. Quando siamo andati a trovarlo a Natale era su una sedia a rotelle, aveva gli occhi chiusi, non parlava e si faceva persino la pipì addosso, aveva ai polsi persino i segni delle corde con le quali veniva legato al letto e mi dicevamo invece che stava simulando”.

A Torino, invece, un detenuto si è tolto la vita impiccandosi in cella con un lenzuolo. L’uomo, un romeno di 37 anni, era in attesa di giudizio.

Situazione quindi sempre più complicata e a cui bisogna dare un risposta in tempi brevi. Dopo i tanti appelli si spera che qualcosa venga fatto concretamente. Giovedì 4 gennaio, comincerà in commissione Giustizia al Senato l’iter del pacchetto Severino sull’emergenza carceri. Si tratta di misure che nell’arco di un anno potrebbero far uscire dai penitenziari circa 3.300 detenuti, estendendo a 18 mesi, dagli attuali 12, il periodo di pena finale da scontare a casa per le condanne non gravi.

 

 

 

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