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Nasce il primo occhio bionico per gli ipovedenti

Nasce il primo occhio bionico per gli ipovedenti

Argus II è il primo e unico ‘occhio bionico’ al mondo. È usato per il trattamento di pazienti affetti da retinite pigmentosa (RP) a stadio avanzato. Argus II è stato sviluppato dalla Second Sight Medical Products Inc, con sede in California.

Argus II sarà commercializzato entro fine anno, e presto i centri che impianteranno questa protesi cominceranno le consultazioni per i pazienti affetti da RP.

Argus II funziona convertendo le immagini catturate in una microcamera che si trova negli occhiali del paziente, modificandole in una serie di piccoli impulsi elettrici che vengono trasmessi in modalità wireless a una matrice di elettrodi sulla superficie della retina. I pazienti imparano poi a interpretare questi modelli visivi, riguadagnando qualche funzione ottica.

Ha affermato Suber S. Huang, Direttore del UH Eye Institute’s Center per i disturbi della retina e delle malattie maculari:

Questo è un notevole passo avanti. Il sistema offre un grande beneficio per le persone affette da RP e che attualmente non hanno una terapia a loro disposizione. Argus II permette ai pazienti di recuperare la loro autonomia e migliorare la loro vita.

L’RP è una malattia degenerativa dell’occhio ed ereditaria. Spesso si traduce nella riduzione profonda della percezione della luce.

Brian Mech, vicepresidente del Business Development, afferma:

Siamo entusiasti del fatto che molti dei migliori ospedali americani saranno i primi ad offrirsi per impiantare Argus II nei pazienti. Dopo un difficile processo di selezione, queste cliniche sono state scelte per il loro approccio all’avanguardia alla medicina, e per l’impegno senza precedenti nella cura dei pazienti. Siamo certi che i pazienti affetti da RP che cercheranno cura in questi centri trarranno grandi benefici.

Argus II ha alle spalle più di 20 anni di lavoro, tre studi clinici, più di 100 milioni di dollari di investimenti pubblici del National Eye Institute, del Dipartimento per l’Energia e della National Science Foundation e ulteriori 100 milioni di dollari di investimenti privati.

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