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Napoli, la pista ciclabile che fa impazzire tutti: vediamo perché

Napoli, la pista ciclabile che fa impazzire tutti: vediamo perché

Sembra essere davvero destinata a suscitare le più ferventi polemiche la nascente pista ciclabile di Napoli. 21 sono le interruzioni da Via Agnano a Viale Kennedy, senza contare quella più imponente in Piazzale Tecchio, 10 su Viale Augusto e 6 sulle strisce pedonali. Ciò sta a significare che, nel tratto flegreo del capoluogo campano, percorrere 200-300 metri di fila con la bicicletta (all’incirca 3-4 minuti) si può solo in un paio di tratti del percorso. Senza contare, anche la difficoltà derivanti dalla decifrazione delle scritte, rappresentanti una scelta stilistica alquanto originale con le C rovesciate che significano zero, il 3 che vuol dire B, la A priva della stanghetta centrale. Un modello del tutto lontano da quello realizzato a Parigi dove, nello scorso mese di giugno, il sindaco inaugurava la pista di 408 chilometri fino a Londra. 

Ma se a causa delle continue interruzioni, ciclisti e cicloamatori non sono completamente soddisfatti, lo stesso può dirsi anche di molti commercianti della zona. La speranza, infatti, era quella che la pista ciclabile andasse per strade più larghe e meno trafficate di Napoli, come via Coroglio, via Pasquale Leonardi Cattolica, via Diocleziano e via Nuova Bagnoli. Qui, però, essendo strade meno “visibili”, imponenti erano i lavori che avrebbero dovuto farsi sia sulle carreggiate che sui marciapiedi. Già nello scorso mese di giugno, un centinaio di residenti di Viale Augusto hanno contestato l’abolizione dei posti per parcheggiare le auto e firmato una petizione inviata al sindaco della città partenopea Luigi De Magistris, all’ assessore alla viabilità del Comune, Anna Donati ed al presidente della X Municipalità, Giuseppe Balzamoper chiedere lo spostamento del percorso. 

Secondo i cittadini, infatti, gravi sarebbero i disagi per residenti e commercianti di Viale Augusto, ma non solo. Chi può beneficiare in qualche modo della pista ciclabile ovviamente è contento. Tale è il caso (riportato dal Corriere del Mezzogiorno), in Via Caio Duilio, di un titolare dell’impianto di carburante, unico esercizio commerciale su quel lato, all’uscita della galleria di Fuorigrotta Quattro Giornate, che ha ben accolto l’arrivo della pista ciclabile davanti alle pompe, avendo messo a disposizione un deposito di biciclette da affittare con officina riparazione.

Non benevola sorte, invece, è toccata al signor Troiano Francesco, proprietario di un‘edicola ubicata sempre in Via Caio Duilio. La pista ciclabile, che passa proprio per la strada originariamente destinata al traffico delle automobili, ha ridimensionato non poco il flusso di clienti dell’edicolante, dal momento che, mentre prima era possibile accostarsi con l’automobile e acquistare un quotidiano, ora tale possibilità è stata completamente negata riducendo sensibilmente il numero degli automobilisti di passaggio che potevano fermarsi per acquistare i giornali. Senza contare il quadro reso già critico dal percepibile calo delle vendite dei giornali cartacei. La situazione rischia di alimentare ancor più le incalzanti polemiche che già si protraggono da mesi, nella consolazione (che sembra però non bastare a nessuno) che se si vuole far prevalere il mezzo ecologico sul mezzo inquinante, non è possibile accontentare tutti.

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