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Morto il boia di Sobibor, partecipò allo sterminio di 28 mila ebrei

Morto il boia di Sobibor, partecipò allo sterminio di 28 mila ebrei

Era passato alla storia come il boia di Sobibor per aver partecipato allo sterminio di 28 mila ebrei in un campo di concentramento nazista in territorio polacco occupato dai tedeschi durante la Seconda Guerra mondiale. Parliamo di John Demjanjuk, uno degli ultimi criminali nazisti ancora in vita e che è morto ieri all’età di 91 anni.

L’uomo si è spento per morte naturale in una casa di riposo nel piccolo centro di Bad Feilnbach, nella zona di Rosenheim, in Baviera,in Germania. In Germania il nazista era arrivato dopo una difficile trattativa con gli Stati Uniti, in cui si era rifatta una vita cambiando anche nome. Il suo caso fece discutere allora sull’opportunità di un processo inflitto in così tarda età. Demjanjuk  fu così condannato a cinque anni di carcere nel 2011 dal tribunale di Monaco di Baviera, con l’accusa di aver partecipato all’eccidio di 27.900 ebrei nel campo di sterminio di Sobibor, in Polonia. L’arresto però fu revocato a causa dell’avanzata età dell’uomo e della circostanza che essendo ormai privo di cittadinanza non vi fosse percolo di fuga.

I suoi legali  hanno fatto notare che la sentenza non era ancora passata in giudicato. Il figlio del boia descrive però con le sue parole  la vita di un altro uomo, molto diversa da quella di un criminale nazista. “Mio padre si è addormentato con Dio. Come vittima e superstite della brutalità subite dai tedeschi e dai russi a partire dall’infanzia. Amava la vita, la famiglia e l’umanità. La storia dimostrerà che la Germania ha usato come capro espiatorio un prigioniero ucraino indifeso per renderlo responsabile dei fatti commessi dai nazisti tedeschi”. ha dichiarato il figlio di Demjanjuk.

“È sempre tragica la morte di un uomo. La giustizia non conosce date di scadenza. E l’età non può costituire una protezione dalla pena. Questo è stato un segnale che tutti gli uomini devono prendere sul serio”, ha commentato il presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania Dieter Graumann, che ha dunque sottolineato che il processo fu giusto, nonostante l’età avanzata del boia di Sobibor.

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