Nel giorno della temuta profezia Maya sulla fine del mondo, venerdì 21 dicembre 2012, il Premier in carica Mario Monti, nel corso dell’annuale conferenza stampa di fine anno, traccerà un bilancio di quello che è stato il suo Governo nel 2012, augurando anche al Paese di trascorrere un sereno Natale, sebbene non prima di essere salito al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, con ogni probabilità, scioglierà le Camere.
Secondo quanto riferito da fonti governative in riguardo all’incontro di ieri prima del concerto di Natale in Senato, proprio nella giornata di venerdì Monti e Napolitano si incontreranno per dare concretezza formale alle volontà dimissionarie dell’attuale Premier. Il Presidente della Repubblica ha infatti anticipato a giovedì pomeriggio il suo appuntamento presso il Comando Operativo del vertice Interforze di Centocelle, dove in videoconferenza farà gli auguri di Natale ai contingenti militari italiani che sono impegnati nelle missioni internazionali. Il tutto per essere libero nell’attesa giornata di venerdì 21 dicembre.
Da prassi costituzionale, dopo le dimissioni di Monti, quest’ultimo sarà invitato da Napolitano a rimanere in carica per il consueto disbrigo degli affari correnti. Dopo, al Quirinale saranno convocati Fini e Schifani, rispettivamente presidenti di Camera e Senato, per comunicare loro lo scioglimento anticipato dei due rami del Parlamento, salvo poi fiRmare il decreto di scioglimento delle Camere.
Come gli studenti di diritto ben sanno, da questo momento in poi inizieranno a decorrere i 45 giorni nei quali non sarà possibile convocare le elezioni e i 70 giorni entro i quali esse si dovranno svolgere. Sembra così probabile che gli italiani saranno chiamati alle urne per per il prossimo 17 febbraio, con conseguente accorpamento delle elezioni Regionali in Lombardia, Lazio e Molise. Fonti dell’ANSA riferiscono che l’idea di Monti sia quella di creare una lista elettorale, inizialmente separata da altre forze elettorali, salvo poi riunire, solo in un secondo momento, i partiti che si sentono vicini alle idee montiane.