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Manovra Monti: comincia la “fase 2”

Manovra Monti: comincia la “fase 2”

Vacanze natalizie concluse per il Premier Mario Monti che, dopo aver trascorso le festività in famiglia a Milano, nelle prossime ore rientrerà a Roma per dedicarsi alla seconda fase della manovra del suo governo, volta al rilancio dell’economia. In programma un Consiglio dei Ministri davvero lampo che Monti potrebbe organizzare già domani, per determinare i prossimi appuntamenti in agenda. L’obiettivo di questa seconda fase di riforme sarà quello di rassicurare ancor di più i mercati, attraverso l’approvazione di misure a favore della crescita e del taglio della spesa. Una manovra, che incentrata principalmente sulle entrate, farà probabilmente schizzare la pressione fiscale al 45% del Pil, con conseguenze negative su occupazione e crescita. Dopo la stangata su pensioni e famiglie, gli italiani aspettano con ansia la fase 2 della manovra, sperando in misure che in qualche modo possano regalare un maggiore senso di equità sociale.

Monti sembra intenzionato a proseguire sul piano delle riforme strutturali:  il Governo andrà avanti sulle liberalizzazioni: dai taxi alle farmacie agli ordini professionali. L’obiettivo è quello di stimolare la concorrenza dal momento che in Italia il 40% dei farmacisti è figlio di farmacisti; idem vale per architetti (44%) e notai (42%). Oltre poi ai servizi pubblici e all’energia, nei piani del Governo Monti vi sono anche le infrastrutture. Si prevede una riunione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe) in modo da poter realizzare una serie di opere pubbliche importanti, iniziate nel 2008, ma mai concluse per mancanza di fondi. Altro punto importante della manovra sarà quello relativo alla “spending review”, il taglio degli sprechi e delle spese della Pubblica Amministrazione che si aggira intorno ai 5 miliardi di euro. Si partirà dal documento redatto dal parlamentare Pietro Giarda che aveva individuato 3 grandi aree su cui intervenire: inefficienza produttiva, inefficienza gestionale e inefficienza economica. Non ultimo per importanza sarà anche l’intervento sul mercato del lavoro, che prevede però tempi di riforma e trattazione con i sindacati decisamente più lunghi rispetto agli altri punti.

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