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L’unico modo per evitare le violenze? Non andate in Val di Susa

L’unico modo per evitare le violenze? Non andate in Val di Susa

Gli scontri a Roma hanno mostrato al mondo uno degli episodi più negativi della nostra storia recente, un simbolo di inciviltà e violenza, un cancro nella democrazia che già sta erodendo la nostra libertà. C’è chi propone, per evitare altre violenze, di non manifestare domenica in Val di Susa, perché i Black Bloc si devono confondere nelle altre manifestazioni per far danno.

Ha fatto discutere in questi giorni la proposta di Maroni di istituire delle leggi speciali per consentire l’arresto “preventivo” dei facinorosi che sembrino intenzionati a commettere violenze alle manifestazioni. Ha fatto discutere perché si rischia di superare quel delicato equilibrio, quel sottile confine, che ci consente di vivere in una democrazia e non in uno stato di polizia. Senza contare che le forze dell’ordine stesse chiedono solo più mezzi con cui intervenire e non leggi che imbavaglino le manifestazioni con una discrezionalità dell’arresto pericolosa per la libertà d’espressione.

Adesso si propone di non andare alla manifestazione di domenica dei No Tav in Val di Susa. Ma si può chiedere di disertare una manifestazione per un argomento tanto importante e controverso per tanti oltre agli abitanti della valle? Farlo equivarrebbe a cedere al ricatto della paura imposto dai Black Bloc. Farlo equivarrebbe ad ammettere che la democrazia è sconfitta e che in virtù di una sicurezza, decisamente virtuale, bisogna mettere da parte il proprio diritto a manifestare.

Ma come si possono evitare le violenze? I centri sociali minacciano di tagliare le reti del cantiere di Chiomonte, mentre centinaia, forse migliaia, di persone da tutta italia stanno valutando seriamente l’idea di muoversi sulla Val di Susa per manifestare contro il cantiere più controverso delle 10 opere prioritarie per l’economia europea, almeno secondo la Commissione Europea. Si rischia di implodere questa domenica e si dimostra come in realtà le violenze di sabato scorso non si siano affatto fermate, continuano solo in maniera diversa, più infida e pericolosa. Continuano nell’informazione e nella paura.

 

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