La Gran Bretagna è sotto shock dopo che, giovedì verso le 14, la deputata laburista Jo Cox, 41 anni, è stata accoltellata più volte e raggiunta da tre colpi di arma da fuoco a Birstall, cittadina nei pressi di Leeds, nello Yorkshire, dove era ospite di un evento nella biblioteca di Market Streets, ed è morta dopo il trasporto in ospedale. Secondo i media britannici, diversi testimoni avrebbero riferito che l’aggressore l’ha aspettata fuori dall’edificio e, prima di colpirla. avrebbe urlato “Britain first”, ossia “prima la Gran Bretagna”, che è anche il nome di un partito inglese di estrema destra, i cui aderenti hanno scritto sul loro sito: “I media stanno disperatamente tentando di coinvolgerci in questo fatto. Britain First chiaramente non è coinvolto e non incoraggerebbe mai un comportamento di questo tipo“. L’uomo è stato poi arrestato: si tratterebbe di Tommy Mair, 52 anni, e la polizia ha messo sotto sequestro la sua casa, poco distante dal luogo dell’aggressione. I vicini avrebbero raccontato che vive lì da oltre quarant’anni, di cui gli ultimi venti da solo, dopo la morte della madre e della nonna, e sarebbe vedovo.
La polizia ha fatto sapere che le indagini sono tuttora in corso, ma non vi è nessun altro ricercato, e, oltre a mantenere il riserbo sul possibile movente, ha detto di considerarlo “un incidente isolato”, e per ora non ha né confermato né smentito che l’aggressore abbia gridato quella frase prima di colpire la parlamentare. Un testimone ha raccontato che la donna avrebbe lottato con l’uomo, che avrebbe indossato un cappello da baseball, e che, mentre lei tentava di tenerlo fermo, sarebbe riuscito ad estrarre una pistola da una borsa e a sparare. Un altro uomo, che cercava forse di bloccare l’assalitore, sarebbe rimasto ferito in maniera non grave. Helen Joanne Cox, meglio nota come Jo, aveva due figli, avrebbe compiuto quarantadue anni mercoledì prossimo, in passato aveva lavorato per l’organizzazione umanitaria “Oxfam” ed era conosciuta per il suo impegno a favore dei diritti umani e dei migranti.
Era deputata da poco più di un anno, ma già si era fatta notare per essersi astenuta nella votazione sui raid aerei britannici in Siria, promuovendo invece un’iniziativa bipartisan per favorire un’azione internazionale che sostenesse una transizione politica per porre fine alla guerra in quel paese. Inoltre, era schierata contro la “Brexit”, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, su cui si terrà un referendum il prossimo 23 giugno, ed era già considerata una possibile candidata alla carica di primo ministro. Dopo l’omicidio, entrambi gli schieramenti nella consultazione hanno deciso di sospendere le rispettive campagne. Il premier David Cameron, appreso quanto avvenuto, ha espresso “profonda preoccupazione per il terribile attacco” e ha cancellato il comizio a favore della permanenza nell’Unione Europea che avrebbe dovuto tenere in serata a Gibilterra.
Il leader del Labour britannico Jeremy Corbyn si è detto “totalmente scioccato“ per l’uccisione della deputata del suo partito, e ha aggiunto: “I pensieri di tutto il Partito Laburista sono con lei e con la sua famiglia”. L’ex sindaco di Londra Boris Johnson, uno dei principali esponenti euroscettici, ha definito l’assassinio della Cox “assolutamente orribile”. Brendan Cox, il marito della deputata, ex executive di Save the Children e consigliere speciale dell’ex premier laburista Gordon Brown, in una nota, ha ricordato la moglie come “una donna che credeva in un mondo migliore e che lottava a questo scopo ogni giorno della sua vita con un’energia e un entusiasmo che avrebbero stremato molti”, per poi concludere affermando: “E’ tempo di lottare contro l’odio che l’ha uccisa. L’odio non ha credo, razza o religione. L’odio è velenoso”.