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Genova, vietata l’apertura di negozi ‘etnici’ nel centro storico

Genova, vietata l’apertura di negozi ‘etnici’ nel centro storico

Genova dice no all’apertura di negozi ‘etnici’ nel centro storico della città, il più grande d’Europa nonché patrimonio Unesco.

All’interno dell’area quindi stop immediato a tutte le attività che vengono considerate come non decorose, inclusi anche i kebab, i negozi di patatine fritte, i call center, i money transfer, i phone center (eccezion fatta per i marchi di telefonia mobile), i sexy shop, le discoteche, i disco pub e i night club. Stop anche alle lavanderie automatiche (eccezion fatta per quelle per cui si può accedere con la tessera), gli internet point, i “compro oro” (sì alle gioiellerie). 

Nei vicoli sarà vietato aprire nuove autocarrozzerie, officine meccaniche, esercizi commerciali che vendono prodotti legati alla cannabis, ma ci saranno anche altre restrizioni di carattere alimentare: i vicoli saranno off limits per tutte le attività che vendono pietanze che utilizzano alimenti precotti o surgelati e sarà consentita l’apertura solo ai negozi che promuovono la vendita di prodotti provenienti dal territorio ligure e dalle regioni confinanti.

Lo stop immediato al commercio di carattere etnico arriva in seguito al provvedimento promosso dall’assessore leghista Paola Bordilli e viene applicato immediatamente all’interno di una zona rossa che comprende anche le strade più turistiche di tutta la città. Il provvedimento arriva in seguito  all’intesa tra Comune, Regione e Camera di Commercio grazie a una delibera comunale approvata in seduta straordinaria. All’interno della zona, ci sarà un’ulteriore zona dove le attività potranno essere aperte solo se effettivamente l’età commerciale sarà di vera qualità. Occhio anche al decoro esterno con le vetrine e gli infissi che dovranno avere determinate caratteristiche.

È un provvedimento per qualificare e rivitalizzare il centro storico. 

Sostiene l’assessore Bordilli.

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