Trending
{"ticker_effect":"slide-h","autoplay":"true","speed":3000,"font_style":"normal"}
Gaza, Israele accetta una tregua di 12 ore

Gaza, Israele accetta una tregua di 12 ore

Il premier israeliano Benjamin Nethanyahu e il ministro della Difesa Moshe Yalon hanno accettato la richiesta di una tregua di dodici ore su Gaza a partire dalle 7 di sabato mattina, ma hanno respinto la proposta di un cessate il fuoco di sette giorni avanzata dal segretario di Stato americano John Kerry e precedentemente accolta con un’apertura da Hamas. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, gli israeliani avrebbero chiesto miglioramenti alla bozza di accordo prima che si raggiunga qualsiasi intesa, e avrebbero spiegato: “L’offerta di Kerry mette in risalto i vantaggi che Hamas sta cercando più che dare priorità alle nostre domande di sicurezza. Era inaccettabile“.

Il no di Tel Aviv, stando a quanto riportato dalla tv di Stato, sarebbe legato al fatto che Israele vuole rimanere nella Striscia di Gaza e continuare a distruggere i tunnel di Hamas. Kerry, in conferenza stampa congiunta con il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, ha spiegato: “Ora stiamo lavorando per una tregua di sette giorni“, per “permettere un cessate il fuoco umanitario sostenibile e durevole”. Ban Ki-Moon, invece, ha sottolineato che “il popolo di Gaza ha sanguinato abbastanza”. La proposta di tregua del segretario di Stato americano prevedeva innanzitutto un cessate il fuoco temporaneo di una settimana da domenica, e durante questo periodo le parti si sarebbero incontrate al Cairo per confrontarsi attraverso la mediazione egiziana.

Gli Stati Uniti, il segretario generale dell’Onu e l’Unione Europea avrebbero fatto da garanti per entrambe le parti su alcuni punti essenziali, in particolare, per Israele, il disarmo dei razzi di Gaza e dei tunnel, per Hamas la fine del blocco e la ricostruzione dei danni che la Striscia ha subìto durante le operazioni. Uno dei punti più contestati da parte palestinese, però, sarebbe che, durante la tregua, le forze armate israeliane non lascerebbero del tutto la Striscia. Hamas, inizialmente, era sembrata aprire alla proposta americana, e il leader Khaled Meshaal aveva dichiarato alla BBC: Serve un cessate il fuoco e la fine del blocco di Israele a Gaza il più presto possibile“. Intanto, secondo fonti palestinesi, il bilancio complessivo è ormai di 823 morti e 5240 feriti. In Israele, invece, vi sarebbero stati 35 morti fra i soldati, compreso il militare dato per disperso a Sajaya, nei pressi di Gaza, lo scorso 20 luglio.

Le brigate Ezzedin al Qassam, la frangia radicale di Hamas, hanno lanciato ieri mattina almeno tre razzi a lunga gittata verso l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, e un aereo dell’Air Canada proveniente da Toronto ha dovuto compiere una manovra di attesa al di sopra dell’aeroporto per attendere  che esso fosse sicuro, mentre ad Ashkelon, nel sud di Israele, un’abitazione è stata colpita da un missile lanciato dalla Striscia di Gaza e lo scudo Iron Drome ha intercettato una decina di razzi. L’esercito israeliano ha invece riferito di aver colpito nella giornata di venerdì 75 obiettivi, mentre dall’inizio dell’operazione sarebbero stati colpiti 3590 obiettivi e uccisi circa 240 miliziani palestinesi. Sempre nella giornata di venerdì, vi sono stati inoltre scontri tra manifestanti palestinesi e le forze di sicurezza israeliane in Cisgiordania, dove sarebbero stati uccisi cinque palestinesi.

Lascia un commento